Rischio zona gialla con nuove regole per le regioni alle prese con la nuova ondata di contagi da coronavirus. A poco più di un mese da Natale, di fronte alla prospettiva di misure più restrittive i governatori chiedono che queste regole valgano per i non vaccinati e non per chi il vaccino anti Covid lo ha fatto. Riflettori accesi inoltre sul Green pass, anche se per ora i criteri per ottenere la certificazione verde non cambiano mentre sulla possibilità che il governo intervenga sulla durata del Green pass la "riflessione" è in corso, ha spiegato il sottosegretario alla Salute Andrea Costa.

«Giovedì discuteremo in conferenza regioni eventuali misure restrittive: se un territorio dovesse passare di colore i vaccinati avranno maggiore libertà rispetto ai non vaccinati» ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, nel corso della conferenza stampa organizzata al termine dell'incontro con i Capigruppo di Senato e Camera sulle criticità del Servizio Sanitario Nazionale.

In campo il governatore della Regione Liguria, Giovanni Toti, che sulla questione è netto: «Quello che deve essere chiaro a tutti è che chiederemo come Regioni che le misure restrittive legate alle fasce di colore, se devono valere per qualcuno, valgano per le persone che non hanno fatto il vaccino e non per le persone che lo hanno correttamente fatto. Non vorrei riparlare di chiusure - ha precisato - ma se qualcuno deve essere convinto sono coloro che non si sono vaccinati, se le misure devono essere prese devono essere prese solo per i non vaccinati e non certo per chi ha fatto fino in fondo il suo dovere».

«Concordo con il presidente Fedriga e con il presidente Toti, se si dovessero rendere necessarie nuove restrizioni - il vero gradone è, a mio avviso, rappresentato dalla cosiddetta zona arancione - queste dovrebbero coinvolgere esclusivamente coloro che non si sono vaccinati» la posizione espressa da Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria. «La stragrande maggioranza degli italiani ha dato fiducia alla scienza e con senso di responsabilità nei confronti della comunità si è sottoposta al vaccino. Non sarebbe giusto far pagare a questa maggioranza la scelta incomprensibile di una minoranza"» ha sottolineato Occhiuto.

Per il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, «non va disperso lo straordinario risultato raggiunto, e anzi, va valorizzato l’atteggiamento degli oltre 8 milioni di lombardi che hanno con convinzione e senso di responsabilità aderito alla vaccinazione. Non possiamo pensare a restrizioni per questi cittadini che hanno dimostrato fiducia, consapevolezza e senso del bene comune».

«Chi si è vaccinato ha dato prova di fiducia nelle istituzioni e io credo che questa fiducia debba essere ripagata sempre, per questo se ci dovessero essere nuove restrizioni queste non potranno essere pagate da coloro che si sono vaccinati perché sarebbe un’ingiustizia» ha detto a chiare lettere il presidente del Piemonte, Alberto Cirio.

Anche il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, si è detto favorevole all'introduzione di misure restrittive per chi ha scelto di non vaccinarsi: «Se chi non è vaccinato vuol partecipare alla vita di comunità deve immunizzarsi. Se non lo fa, approfitta di quello che hanno fatto altri. In questo caso credo sia giusto, come qualcuno ha proposto, assumere provvedimenti restrittivi nei confronti dei non vaccinati, per limitarne la mobilità negli spazi pubblici. Perché la circolazione dei non vaccinati favorisce fortemente il contagio. Già dobbiamo fare i conti, in Toscana, con circa 370mila bambini fino a dodici anni che, in questo caso per legge, non possono vaccinarsi. Per tutti gli altri, quelli che non si vaccinano per scelta, dovranno essere studiate misure che ne limitino la circolazione».

L'esenzione dalle restrizioni per i vaccinati «è una delle ipotesi su cui si lavora» ha detto il ministro dell'Agricoltura, Stefano Patuanelli, intervenendo a Porta a Porta. «Noi siamo favorevoli a tutte le misure che ci aiutano ad abbassare i contagi, ad affrontare questa pandemia non tornando con le terapie intensive chiuse. Credo che, come sempre in questo anno di pandemia, il governo debba seguire con principio di massima precauzione l'andamento epidemiologico e fare norme che siano proporzionate nell'interesse del garantire la salute e devono essere adeguate. Quindi principio di adeguatezza e proporzionalità delle norme», ha spiegato.

«È quindi quello che abbiamo sempre cercato di fare, non sempre riuscendoci perché nessuno aveva il libretto delle istruzioni di questa pandemia, ed è quello che faremo in questa fase», ha assicurato Patuanelli. «Su questo ci sarà il dibattito ma soprattutto l'ascolto della scienza, dei medici».