I proprietari del salone dove il ragazzo di 19 anni prestava servizio temevano di perdere clienti. Per questo lo hanno ucciso e hanno gettato il suo corpo in mare dopo avergli tagliato la testa e le mani
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Ci sono volute sette ore di interrogatorio, ma alla fine hanno confessato. Il titolare del negozio e il suo socio hanno ucciso Mahmoud Sayed Mohamed Abdalla perché avevano paura che lasciasse il lavoro e gli portasse via i clienti.
Le minacce per non farlo assumere
Mahmoud aveva 19 anni e faceva il barbiere nel negozio gestito dal 27enne Abdelwahab Ahmed Gamal Kamel, detto Tito, e dal 26enne Mohamed Ali Abdelghani Ali, detto Bob. Era bravo, i clienti del salone chiedevano sempre più spesso di lui, ma lo stipendio di 1200 euro non gli bastava per vivere e mandare i soldi alla sua famiglia in Egitto, così cercava un altro lavoro pagato meglio.
Tito e Bob non erano d’accordo e quando Mahmoud ha iniziato qualche giorno di prova in un altro salone hanno anche provato a minacciare il titolare perché non lo assumesse. Ma a lui il giovane egiziano piaceva, aveva postato anche dei suoi video sulle pagine social del negozio mentre tagliava i capelli.
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L'omicidio
I due egiziani non possono permettere che quel ragazzo che hanno visto crescere e che vive nel retro del loro negozio li lasci, molti clienti lo seguirebbero nel nuovo salone.
Così sabato sera lo chiamano nel retrobottega e dopo una lite lo colpiscono al cuore, al fegato e ai polmoni con un coltello e un punteruolo. Mettono il cadavere in una valigia e si fanno portare in taxi fino a Chiavari. Le telecamere di sorveglianza li immortalano poco dopo le 3 del mattino mentre la trasportano a fatica sulle spalle nel tentativo di raggiungere la spiaggia di Chiavari. Quando tornano indietro la valigia è più leggera.
In spiaggia Tito e Bob gli hanno tagliato la testa e le mani e hanno gettato i resti nel fiume Entella. Ma non hanno fatto i conti con la corrente del mare, che dopo due giorni ha riportato a riva, nelle acque antistanti il porticciolo di Santa Margherita Ligure, prima le mani e poi il corpo del giovane barbiere. La testa non è stata ritrovata.
La pm della Procura di Genova, Daniela Pischetola, aveva disposto il decreto di fermo nei confronti dei due cittadini egiziani Abdelwahab Ahmed Gamal Kamel e Mohamed Ali Abdelghani per omicidio e soppressione di cadavere. Dopo l'interrogatorio durato sette ore i due fermati hanno confessato, ma accusandosi a vicenda e cercando di far passare l’omicidio per un incidente.