Putin: «Gli attacchi non resteranno impuniti». Mentre Zelensky condanna la strage nella città portuale, dove ci sono stati anche 73 feriti: «Ignobile». Affluenza al 35% nella prima giornata di voto per le presidenziali
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I razzi ucraini che hanno martellato per ore la regione di confine di Belgorod, inchiostro versato nelle urne per protesta in diverse città russe, un tentato attacco con una bottiglia incendiaria a San Pietroburgo e bombardamenti di Kiev sui seggi nel Kherson occupato.
È trascorsa in modo tutt'altro che tranquillo la prima giornata della maratona elettorale destinata a riconfermare Vladimir Putin - che ha votato online - alla guida del Paese per un quinto mandato. «Il regime neonazista di Kiev sta cercando di intimidire le persone e interrompere il processo elettorale», ha accusato il capo del Cremlino, assicurando al tempo stesso che gli attacchi ucraini «non resteranno impuniti».
I tre giorni elettorali, che si concluderanno domenica sera, non fermano però nemmeno gli attacchi russi sull'Ucraina. Almeno 20 persone sono state uccise e 73 ferite in un raid missilistico sulla città portuale di Odessa, secondo un bilancio delle autorità locali. Un attacco definito «ignobile» dal presidente Volodymyr Zelensky che ha condannato «la feccia russa» per aver lanciato due missili, «il secondo quando erano già arrivati soccorritori e medici». Tra le vittime ci sarebbero infatti anche un medico e un membro delle unità di soccorso.
Le presidenziali si tengono anche nelle quattro regioni ucraine parzialmente occupate dai russi e ufficialmente annesse a Mosca, quelle di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson. In quest'ultima, ha riferito la commissione elettorale locale, una bomba è stata fatta esplodere davanti a un seggio, mentre le truppe di Kiev ne hanno bombardati altri due, a Kakhovka e Brilevka. In questa seconda località vi sono «dei feriti».
In Russia, invece, razzi Vampire ucraini hanno cominciato ad abbattersi fin dalle prime ore della giornata sulla regione di Belgorod, dove nei giorni scorsi forze militari russe inquadrate nelle truppe di Kiev avevano rivendicato tentativi di infiltrazione. Parlando al Consiglio di sicurezza russo, lo stesso Putin ha denunciato che dallo scorso 12 marzo l'Ucraina ha «usato 2.500 uomini, 35 tank e circa 40 blindati da combattimento» nel tentativo di entrare nel territorio russo in direzione di Belgorod e Kursk, ma «il nemico non ha avuto successo». Nelle ultime ore, però, almeno due persone sono rimaste uccise e cinque ferite negli attacchi su Belgorod, secondo le autorità locali. Il sindaco della città ha smentito voci diffuse dai media di Kiev secondo le quali le operazioni di voto erano state sospese e il governatore della regione, Vyacheslav Gladkov, ha postato un video di lui e di sua moglie davanti al seggio, incoraggiando i cittadini a recarsi alle urne.
Nel resto della Russia intanto diverse persone sono state arrestate per aver versato inchiostro nelle urne per sabotare le schede, in quella che è apparsa come una protesta coordinata, in almeno cinque seggi nelle regioni di Mosca, Voronezh, Rostov e Karachay-Cherkessia. Uno di questi episodi è stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza di un seggio della capitale e postato sui social. La presidente della Commissione elettorale centrale, Ella Pamfilova, ha avvertito che simili atti di sabotaggio possono portare a condanne fino a cinque anni. A Maryino, un quartiere dell'estrema periferia sud-orientale di Mosca, una pensionata di 70 anni è invece stata arrestata per aver dato alle fiamme una cabina elettorale. Mentre a San Pietroburgo una ventenne è stata fermata mentre cercava di lanciare una molotov contro un seggio.
È prevista invece per domenica la protesta lanciata dal team di Alexei Navalny, denominata “Mezzogiorno contro Putin” e indetta dallo stesso oppositore poco prima di morire in una colonia penale artica il mese scorso. Lo staff e la vedova hanno fatto appello ai cittadini perché partecipino recandosi in massa alle urne alle 12 dell'ultimo giorno di votazioni. La Procura di Mosca ha già avvertito che chi presenzierà a tali raduni potrà subire conseguenze legali.
Alla vigilia del voto Putin aveva fatto appello ai russi perché andassero alle urne per dimostrare il loro «patriottismo» in questo momento di «difficoltà». Un riferimento al conflitto in Ucraina. Il ministro della Difesa Serghei Shoigu e il capo di Stato maggiore Valery Gerasimov sono stati i primi tra le autorità ad essere mostrati dalla televisione mentre votavano.
La Commissione elettorale centrale ha fatto sapere che l'affluenza registrata il primo giorno è stata del 35 per cento degli aventi diritto. In serata, secondo il ministero per lo Sviluppo digitale, aveva già votato anche il 65% di chi aveva scelto di farlo online (Putin compreso), nonostante i tentativi «respinti» di cyberattacchi contro la piattaforma. Nel 2018, quando le elezioni si svolsero in una sola giornata, il dato finale dell'affluenza era stato di poco più del 67 per cento.