Sono 19.886 i test positivi al coronavirus registrati in Italia nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri i positivi erano stati 16.424. Le vittime sono invece 308, mentre ieri erano state 318. Il ministero della Salute ha corretto il dato sui test per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia: sono 353.704 e non 443.704 come apparso in un primo tempo nella tabella online, quindi appena 13mila più di ieri. Il tasso di positività sale quindi al 5,6% (+0.8% rispetto a ieri).

Aumentano casi in terapia intensiva

I pazienti in terapia intensiva per il Covid-19 in Italia aumentano per l'ottavo giorno di fila, secondo i dati del ministero della Salute, con un quadro molto variegato tra regioni che vedono un forte aumento e altre in calo. L'occupazione di posti in terapia intensiva da parte di pazienti Covid rispetto al totale di quelli disponibili è al 24% a livello nazionale, ancora sotto la soglia d’allerta del 30%, secondo dati dell'Agenzia nazionale servizi sanitari regionali (Agenas). Ma l'Umbria è al 57%, quasi il doppio della soglia d'allerta, mentre la Provincia autonoma di Trento al 39%, l'Abruzzo al 37%, le Molise e le Marche al 36%.

In Calabria c'è da segnalare l'impennata dai contagi nella provincia di Vibo Valentia rispetto alle scorse settimane. Un valore preoccupante, ancor di più se si considera che nei sette giorni precedenti (settimana 10-16 febbraio) aveva addirittura segno negativo: -0,6%. È quanto emerge dall'ultimo monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe.

La variante inglese

«In Italia si è stimato che la cosiddetta variante inglese del virus Sars-CoV-2 ha una trasmissibilità superiore del 37% rispetto ai ceppi non varianti, con una grande incertezza statistica" tra il 18% fino ad arrivare a punte del 60%».

Lo scrive l'Istituto superiore di sanità (ISS) in un aggiornamento delle Faq sulle varianti sul proprio sito. 

«La stima - si legge -, è stata ottenuta da uno studio di Iss, ministero della Salute, Fondazione Bruno Kessler, Regioni/Province autonome. Questi valori sono in linea con quelli riportati in altri Paesi, anche se leggermente più bassi». Si tratta di dati che inducono «a considerare l'opportunità di più stringenti misure di controllo che possono andare dal contenimento di focolai nascenti alla mitigazione».