La vicenda riguarda il mancato sbarco di 177 migranti, bloccati al porto di Catania per 5 giorni e poi accolti a terra nella notte appena trascorsa. La reazione del ministro: «Difficile fermarci»
Tutti gli articoli di Italia Mondo
PHOTO
Sequestro di persona, abuso d'ufficio e arresto illegale. Questi i reati per i quali il ministro dell'Interno, Matteo Salvini e il suo capo di gabinetto risultano iscritti nel registro degli indagati.
Ad assumere la decisione, il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, volato a Roma per sentire due dirigenti e alcuni funzionari del Viminale. Nella serata di ieri, la conferma. Il fascicolo – come riporta Adnk - riguarda il mancato sbarco dei 177 migranti soccorsi dalla nave della Guardia costiera Diciotti, bloccata per 5 giorni al porto di Catania. Il gruppo, alla fine, è stato fatto sbarcare. I migranti, dopo le procedure di identificazione, saranno redistribuiti tra la Chiesa italiana, l'Albania e l'Irlanda. I passaggi dell’inchiesta, invece, saranno trasmessi alla competente procura di Palermo che a sua volta li invierà al tribunale per i ministri della stessa città.
La reazione da parte del capo del Viminale non s’è fatta attendere: «Ho saputo che sono sotto inchiesta per sequestro di persona», ma «è difficile fermarci» annuncia. «La prossima nave in arrivo può fare marcia indietro – aggiunge Salvini -, mi possono indagare anche per questo ma il limite è stato raggiunto».
Leggi anche: Tripodi: «Migranti sequestrati sulla Diciotti. Il governo la smetta»