VIDEO | Le telecamere di Dentro la notizia si sono recate nel comune del Reggino dove un comitato spontaneo è impegnato in un sit-in h24 per chiedere la salvaguardia del nosocomio: «Occhiuto ci tuteli. Se ci rappresenta davvero venga qui»
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«Non si può morire per strada, Occhiuto deve darci risposte concrete». I cittadini di Oppido Mamertina circondano il proprio ospedale quasi ad abbracciarlo. Una difesa ad oltranza contro una chiusura lenta e inesorabile che ormai si trascina da anni, lasciando scoperto un territorio vasto e impervio dove la salute non è un diritto scontato.
«Chi si assume l'onore e l'onere di rappresentare i cittadini - continuano i cittadini di Oppido Mamertina rivolti al governatore - deve farlo realmente. Ci tuteli, difenda i nostri diritti. Se ci vuole rappresentare davvero venga qui. Noi l'aspettiamo».
A raccogliere in diretta questo appello, che è anche una sfida alle capacità di governo di Occhiuto, è stata oggi la trasmissione Dentro la notizia di LaC Tv, condotta da Pasquale Motta. Da oltre 60 giorni, nella cittadina del Reggino, il comitato spontaneo "19 febbraio" è impegnato in un sit-in h24 per difendere e rilanciare l’ospedale cittadino.
Le fasi della vicenda
Insieme a Motta anche un altro giornalista di LaC News24, Agostino Pantano, che, all'inizio della trasmissione ha fatto il punto della situazione. «La gente di Oppido protesta per due decisioni assunte nell'epoca del commissario alla Sanità Roberto Occhiuto - ha ricordato Pantano -. In primis, per la chiusura di colpo del punto di primo intervento, che consentiva in questa zona aspromontana un immediato intervento in caso di emergenza. All'epoca - ha continuato Pantano - l'Asp chiuse contemporaneamente tre punti di primo intervento: Scilla, Palmi e appunto quello di Oppido Mamertina. Successivamente, mentre quelli di Scilla e Palmi furono riaperti, stessa sorte non è toccata a quello di Oppido».
«Seconda data fondamentale - ha aggiunto - è quella del 19 febbraio 2023, quando l'unico reparto operativo nel nosocomio di Oppido, quello di lungo degenza, viene svuotato dei suoi pazienti. Da questa decisione la reazione del comitato cittadino, che ha avvertito la minaccia che quella chiusura potesse preludere alla chiusura dell'intero presidio».
La voce dei cittadini
«Stiamo difendendo il nostro diritto all'ospedale. Non esistono colori politici. Viva la sanità, viva l'ospedale»: è questa una parte dell'audio messaggio diffuso con un megafono montato su un'auto, che nel corso della mattinata ha percorso le strade della cittadina annunciando la presenza delle telecamere del nostro network e chiamando a raccolta i cittadini di Oppido Mamertina. Un episodio emblematico, che spiega quanto il tema sia fortemente avvertito dai residenti. Un chiaro invito alla resistenza e alla difesa del presidio ospedaliero, ma anche un ulteriore modo per richiamare ancora di più l'attenzione dell’opinione pubblica e della politica calabrese.
«Ce la dobbiamo fare, non possiamo stare senza ospedale». Ha affermato in modo battagliero uno dei cittadini di Oppido intervistati da Pasquale Motta. «Non abbiamo medici di base, non abbiamo un'ambulanza e siamo costretti dunque ad arrivare a Polistena - ha aggiunto un altro cittadino -. Il punto di primo intervento ad Oppido è necessario anche per servire gli altri paesi della zona, che hanno una strada più lunga è difficile da percorrere per arrivare fino a Polistena». C'è poi anche chi da spazio al campanilismo, sostenendo che il commissario Occhiuto (cosentino di nascita ndr) «i problemi sulla sanità li sta risolvendo a Cosenza mentre ha abbandonato l'ospedale di Oppido».
«Venga riconosciuto come ospedale di zona disagiata»
«Stiamo lottando per un diritto fondamentale che dovrebbe essere riconosciuto a tutti i cittadini, ma invece così non è», ha rincarato la dose Margerita Mazzeo, presidente del comitato "19 febbraio". «Chiediamo che non solo venga mantenuto il reparto di lungo degenza - ha aggiunto Mazzeo - ma chiediamo per Oppido l'attenzione che merita. Vogliamo che il nostro ospedale venga riconosciuto come di zona disagiata, non è una lotta campanilistica ma è una lotta su dati di fatto».
Riconoscere come di zona disagiata il nosocomio di Oppido Mamertina «permetterebbe di avere un Pronto soccorso - ha continuato -. Qui il Pronto soccorso è essenziale per la gestione dell'emergenza urgenza, soprattutto per il fatto che ogni cittadino si deve sentire sereno e sicuro di vivere all'interno della propria città». Ed ancora: «Qualcuno seduto su una poltrona dice che l'ospedale Spoke è a soli 20 chilometri di distanza, ma chi vive e conosce il territorio sa bene che questi 20 chilometri si percorrono in 45 minuti. In una gestione dell'emergenza 45 minuti sono vitali. Noi lottiamo per la vita».
L'intera puntata di Dentro la notizia si può rivedere su LaC Play.