Con questa puntata di Speciale abbiamo voluto raccontare e riscoprire il significato della Pasqua e della Resurrezione in un periodo in cui il mondo sembra vivere uno dei suoi momenti più bui
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Tra le strade affollate di Via del Corso abbiamo per la nuova puntata de LaCapitale speciale scelto di intervistare il Rettore di Santa Maria dei Miracoli, una delle Chiese gemelle che si affacciano su Piazza del Popolo. Padre Ercole Ceriani dei padri Betharramiti, il quale ci spiega che il significato della Pasqua, da 20 secoli ad oggi non è mai cambiato «Il significato della Pasqua è sempre quello, non è cambiato… Se Cristo non fosse risorto - cita padre Ercole - vana sarebbe la nostra fede. Con riferimento ad una citazione di San Paolo nel I secolo «questo vale anche oggi».
Ricordandoci che se ciò non fosse accaduto, se la Resurrezione non fosse avvenuta, non esisterebbero neanche le Chiese e non esisterebbe la nostra fede, perché tutta la sua vicenda umana senza la sua Resurrezione non avrebbe motivo di essere raccontata. Ma per rendere la Pasqua un momento di rinascita e cambiamento è necessario che non si perdano gli insegnamenti del passato. Diventa pertanto essenziale impegnarsi nel cammino di Quaresima, che da pochi giorni è iniziato e che ricorda i 40 giorni di Gesù nel deserto. Un digiuno fisico, ma anche spirituale, che dovrebbe farci staccare dalle cose materiali che ci tengono lontani dalla “rinascita”.
Nella splendida cornice di Santa Maria dei Miracoli, una quantità numerosa di turisti si affacciano per pregare e godere di alcune installazioni pop di origine sacra. Una via Crucis dipinta da un artista ateo, che riscopre il significato della morte e della Resurrezione attraverso le accurate descrizioni di padre Ercole Ceriani, inserendo all’interno delle varie stazioni elementi di modernità che vogliono impressionare quegli attimi storici con gli occhi di oggi. Per entrare nella vicenda di Cristo diventa fondamentale effettuare una conversione che appartiene al periodo di Quaresima.
Dice il Rettore di Santa Maria dei Miracoli che bisognerebbe concentrarsi sul digiuno di parole. «Si parla troppo, si parla male, si parla a vanvera. Parole che non hanno valore soprattutto dette, a volte, da chi sta in alto. Parole che creano divisioni, che tolgono la speranza, il digiuno prima di tutto sarebbe imparare a parlare. Parlare bene è poco, già questo sarebbe un grande digiuno».
Dai vox populi che abbiamo realizzato con i colleghi, è emerso un dato interessante. Anche sulle celebrazioni delle feste, in questo caso la Santa Pasqua, il sentire tra nord e sud è diverso. La Pasqua vissuta dalle persone del sud è ancora molto sentita dal punto di vista religioso, poiché nei piccoli centri come nelle città si vivono ancora le celebrazioni religiose di un tempo, dove a partecipare non sono solo i singoli ma tutta la città. Dalla Calabria con l’Affruntata o la Cunfrunta, alla Sicilia dove il valore religioso continua ad essere conservato anche come patrimonio culturale e popolare. Ma ad accomunare l’Italia tutta ci sono ancora vivi i momenti di riunione familiare e con gli amici. Un momento in cui gioire per stare insieme e staccare dalla quotidianità lavorativa.
Siamo in fine passati a parlare del significato della Pasqua, con il Rettore di Trinità del Monti, padre Paul de la Moliniere che ci ha detto «La Pasqua indifferentemente dalla religione, dal luogo di nascita o a chi si appartiene dà la possibilità a tutti di avvicinarsi a Dio. La cosa importante è la Pasqua – dice - e la Quaresima è il periodo di preparazione. In questo periodo la Chiesa ci invita a fare tre gesti indicati da Gesù stesso: l'elemosina, la preghiera e il digiuno entrambi gesti religiosi proposti per far crescere la persona e l'umanità»