Roma si prepara a diventare di nuovo il centro del mondo. Ma non per un G7, non per una celebrazione istituzionale. Lo diventa per il saluto a un uomo che ha sovvertito i codici del potere con la dolcezza e la determinazione della mitezza. Un uomo che ha ridato voce a chi non l’aveva più. A chi la Chiesa aveva spesso dimenticato.

Papa Francesco. L’uomo che ha fatto tremare il trono smettendo di salirci. Il Vicario che ha deposto il ruolo per restare padre. A volte fratello. Altre volte soltanto uno che ascolta.

San Pietro resta aperta anche di notte. È un gesto simbolico che dice tutto: il cuore di questa Chiesa, per un istante, batte al ritmo del mondo.

È forse il primo Papa che ha incontrato davvero i laici. Non nei salotti, ma nei vicoli. Non nei convegni, ma nei cantieri del dolore.

È stato amato da chi non crede, e guardato con diffidenza da chi della fede ha fatto un feticcio. Ha disturbato gli integralisti. Perché Francesco non ha mai cercato il dogma o il catechismo, ha cercato il volto.

Ha parlato contro il capitalismo sfrenato, ha osato dire che la guerra è una bestemmia. Ha ricordato che un migrante annega due volte: in mare e nel nostro silenzio.

I potenti del mondo, che si accalcheranno per avere un posto ben visibile ai suoi funerali, sono gli stessi che hanno ignorato ogni sua parola. Ma verranno. Perché l’odore della santità fa più notizia della voce dei profeti.

La sua rivoluzione è rimasta sospesa, interrotta, spezzata. Ostacolata più dentro che fuori. Ma il gesto più eversivo è sempre stato il più semplice: restare e resistere. Nonostante tutto.

Affermò: «Questa economia uccide». Lo disse e non lo ritrattò mai. Nessun altro lo aveva detto con la sua voce. O forse sì, ma non lo avevamo ascoltato.

E ora che Roma è diventata un fiume di occhi, passi e lacrime silenziose, sappiamo che Francesco sarà lì, in mezzo, ancora una volta come un uomo qualunque. Come uno di noi.

Ma noi, che lo abbiamo vissuto, non possiamo limitarci a un grazie.

Possiamo solo promettere che non lo dimenticheremo e porteremo avanti il suo insegnamento.

Perché chi sceglie gli ultimi non fa “poco”: scardina l’ordine del mondo.
Perchè Francesco forse ha compiuto il miracolo più raro di tutti: ha creduto negli uomini.
Anche quando gli uomini non credevano, più nell'umanità e in Dio.