Per raggiungere questi obiettivi sono necessari investimenti pubblici: infrastrutture digitali adeguate e una connessione Internet veloce e stabile. Ma quello che appare incomprensibile è il silenzio delle regioni, compresa la Calabria
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Lo smart working, ovvero il lavoro a distanza, può fermare la fuga dalle aree interne del Sud e potrebbe anche favorire il ritorno di tanti giovani costretti a lavorare lontani da casa. Il lavoro a distanza può offrire nuove opportunità di lavoro e per giunta un lavoro nel proprio paese, addirittura in casa propria. Con un notevole miglioramento della qualità della vita.
Per cui lo smart working è una leva importante per fermare lo spopolamento delle aree interne. Il lavoro digitale potrebbe riportare tanti lavoratori a tornare nei propri comuni, con grande beneficio per quelli in via di spopolamento. E non solo: potrebbe attirare professionisti desiderosi di vivere in aree tranquille, lontane dal caos delle grandi città, con il costo della vita decisamente più conveniente, mentre il costo delle abitazioni è ai minimi storici. Ma questo è possibile a patto che ci sia una buona copertura con la rete internet. Da qui passa la possibilità di un rilancio economico e sociale dei comuni, e non solo quelli delle aree interne.
Ma per raggiungere questi straordinari obiettivi occorrono investimenti pubblici. Ad iniziare dalle infrastrutture digitali adeguate, una connessione Internet veloce e stabile. Non è accettabile che vi siano tante aree della Calabria dove l’accesso alle tecnologie è spesso complicatissimo. Lo smart working può offrire nuove opportunità alle categorie svantaggiate. Può favorire il lavoro per le donne.
Detto questo, quello che appare piuttosto incomprensibile, è il silenzio delle regioni del sud, compresa la Regione Calabria. Non abbiamo visto nessuna iniziativa tesa a favorire il lavoro a distanza, a sostenere il rientro di tanti ragazzi che lavorano al nord, in condizione di disagio, costretti a impegnare metà dello stipendio per pagare il fitto di una misera camera. Il silenzio delle istituzioni è a dir poco ingiustificabile. Nessuno ha provato a trattare col governo, con le grandi imprese, ma anche con le istituzioni statali del Nord per trovare una soluzione che possa favorire il lavoro a distanza nel sud. Eppure è proprio da questo che dipende il futuro delle regioni come la Calabria, che sta paurosamente invecchiando, mentre lo spopolamento corre sempre più velocemente, nell’indifferenza generale.