«Nel mese di giugno del corrente anno, è stato elevato un plauso al governo nazionale per avere ampliato il fondo destinato alle zone economiche speciali in generale, e quindi anche alla zona di Gioia Tauro. L’ampliamento del fondo di ben 300 milioni era previsto dall’articolo 34 del decreto 30 aprile 2019 convertito in legge il 28 giugno 2019. Tutto bene quindi: gli imprenditori avevano finalmente una sicurezza certificata da una legge dello stato per potere investire. Non le solite promesse, non le circolari di dubbia interpretazioni, ma una legge riempita di somme definite. Purtroppo, nello spazio di qualche mese la legge è stata modificata e sono spariti i soldi». È quanto scrive in una nota Confartigianato Reggio Calabria.

 

L’organizzazione fa sapere, infatti, che «l’articolo 34» è stato «espressamente abrogato dalla manovra economica proposta dal governo all’approvazione delle camere».

«Non ci troviamo - prosegue la nota - di fronte a una possibile rifinalizzazione dei fondi, ma ad una certezza, con una motivazione incomprensibile contenuta nella relazione di accompagnamento “l’abrogazione è possibile dal fatto che si tratta di una misura che non ha trovato attuazione nell’ordinamento”. Se ciò fosse vero andavano anche eliminate le somme stanziate nel 2017 dal governo Gentiloni ed eliminate le Zes. L’unico aumento di fondi previsto per le Zes è la nomina di commissari governativi lautamente pagati rispetto alla vecchia normativa che prevedeva incarichi gratuiti. In realtà ci troviamo drammaticamente davanti ad una delle cause che condannano il meridione e non fanno avvicinare al nostro territorio investitori affidabili. L’assenza di certezze minime. Come è possibile immaginare investimenti privati se anche le leggi di riferimento vengono stravolte e peggiorate  nello spazio di pochi mesi? Come è possibile fare sparire parte dei fondi stanziati e parte invece inserirli in un ipotetico, generico e fumoso fondo per il sud. Il fondo “cresci al sud” immaginato dal governo sicuramente potrebbe riverberare effetti positivi ma deve essere implementato con un aumento di stanziamenti e non con un depauperamento di quelli esistenti. Non ci troviamo nemmeno davanti al classico  “spogliare la chiesa per vestire la sacrestia”, ci troviamo di fronte al saccheggio di quelle poche risorse finalizzate per uno strumento che di fatto viene strangolato quando iniziava a camminare. Questo avviene mentre qualcuno inizia a sussurrare della necessità di una Zes anche a Marghera. Marghera in cambio del rifinanziamento delle zone speciali?».

«La Confartigianato - conclude la nota - ritiene che le risorse e la locazione delle Zes al momento non si debbano toccare ed invitano i parlamentari calabresi, pur consapevoli delle difficoltà, ad esercitare sino in fondo il mandato nell’interesse della Calabria».