VIDEO | Intervista al docente Luigino Filice, già prorettore dell’Ateneo di Rende. «Con il paradigma dell’Open Innovation, diamo agli studenti la possibilità di confrontarsi con problemi reali, affiancandoli ad aziende di calibro nazionale e internazionale»
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Il docente Unical, Luigino Filice già prorettore dell'Ateneo di Rende
L'Unical di Rende, e in particolare il corso di laurea magistrale in Ingegneria gestionale, ha raggiunto un traguardo notevole: i laureati di questo programma non solo ottengono lavoro in tempi più rapidi rispetto alla media italiana, ma la metà di loro trova occupazione direttamente nel Sud Italia, secondo i dati di AlmaLaurea. Il dato è emerso durante l'intervista realizzata con il docente Unical, Luigino Filice, già prorettore dell'Ateneo di Rende.
Luigino Filice, un passato da prorettore dell'Unical
Luigino Filice è professore ordinario di Tecnologie e sistemi di lavorazione presso il Dipartimento di Ingegneria meccanica, energetica e gestionale dell’Università della Calabria, dove coordina il gruppo di ricerca in Tecnologie di Produzione. Dopo essersi laureato con lode in Ingegneria Gestionale presso l’Università della Calabria nel 1995, ha conseguito il dottorato di ricerca presso l’Università di Palermo.
Dal 2013 al 2019, ha ricoperto il ruolo di prorettore con delega al centro residenziale dell’Università della Calabria. È stato vicepresidente dell'Associazione italiana delle tecnologie manifatturiere (AITeM) e presidente del Conservatorio di musica di Cosenza. Attualmente, insegna "Open Innovation nell’Industria" agli studenti della laurea magistrale in Ingegneria Gestionale.
La sua attività di ricerca si focalizza su processi di produzione innovativi e sostenibili. Il prof. Filice è stato inoltre coordinatore del Corso di Studi in Ingegneria gestionale e del Presidio della qualità dell’Università della Calabria, nonché membro del nucleo di valutazione dell’Università di Palermo e coordinatore del nucleo di valutazione dell’Università della Basilicata.
Approccio formativo vincente
Il professor Luigino Filice, spiega come questo successo sia frutto di un approccio formativo fortemente orientato all’innovazione pratica e all’internazionalizzazione. «Oggi, con il paradigma dell’Open Innovation, diamo agli studenti la possibilità di confrontarsi con problemi reali, affiancandoli ad aziende di calibro nazionale e internazionale» afferma. Questo modello formativo, che incoraggia la collaborazione tra studenti e aziende in modalità sempre più interattive e digitali, è riuscito a coinvolgere piccole e medie imprese calabresi, e perfino multinazionali come la finlandese Wärtsilä, mostrando risultati di grande impatto.
Open Innovation e collaborazioni internazionali
Il corso di Open Innovation, obbligatorio per tutti gli studenti magistrali di ingegneria gestionale, è un’opportunità unica per questi giovani professionisti: grazie a partnership con aziende locali e multinazionali, gli studenti si trovano a sviluppare soluzioni per sfide aziendali concrete. Quest’approccio pratico non solo rafforza le loro competenze tecniche e manageriali, ma fornisce una comprensione più profonda delle dinamiche aziendali moderne, rendendoli candidati particolarmente attrattivi per il mercato del lavoro.
Il docente spiega che l’Unical, oltre a favorire l’incontro con le aziende, è anche un punto di partenza per molti giovani innovatori interessati a fondare le proprie startup. «Nel Sud Italia, c’è una propensione crescente verso l’imprenditorialità giovanile» commenta. «Questa è una tendenza estremamente positiva che l’università sostiene attivamente».
Opportunità nel Sud Italia
La pandemia ha cambiato le dinamiche lavorative, portando a una maggiore flessibilità e a una rivalutazione delle opportunità nel Sud Italia. Un tempo, la prospettiva per un laureato meridionale era spesso legata al trasferimento verso il Nord o verso l’estero. Oggi, la situazione è diversa. Grazie alla digitalizzazione e a una nuova consapevolezza delle opportunità offerte dal lavoro a distanza, molte aziende consentono ai loro dipendenti di rimanere vicino a casa. Tutto ciò ha favorito una maggiore permanenza dei laureati nel Sud Italia, migliorando le prospettive occupazionali locali.
«È un risultato significativo e incoraggiante» aggiunge Filice. «Se prima il nostro territorio era quasi visto come una fase di passaggio, oggi possiamo dire che molti giovani scelgono di rimanere e investire qui, sapendo di poter ottenere successo anche senza spostarsi».
Futuro sostenibile per l’ingegneria gestionale
L’Università della Calabria, con la sua strategia mirata e innovativa, ha saputo sfruttare il potenziale del territorio calabrese, fornendo agli studenti strumenti avanzati e una preparazione riconosciuta a livello nazionale. La collaborazione continua tra studenti e professionisti di alto livello dimostra che il sistema di istruzione pubblica italiano, anche in contesti meno favoriti economicamente, può fornire un’eccellente formazione.