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I libri d'inchiesta di Fittipaldi (Avarizia) e Nuzzi (Via Crucis) hanno portato sulla scena una lotta che il gesuita Papa Bergoglio ha avviato fin dal primo giorno del suo pontificato. Il Papa argentino ha nella sua missione anche la riorganizzazione della curia, dello Stato Vaticano, della parte temporale della Chiesa cattolica, coinvolta in scandali mondiali in questi anni. Scandali che hanno quasi certamente portato Papa Ratzinger alle dimissioni.
All'interno di quest'opera di rinnovamente si inserisce la nomina del calabrese Mammì al vertice della banca vaticana, lo Ior, banca, fin dai tempi di Marcinkus e del Banco Ambrosiano, accusata di favorire i traffici loschi, e il riciclaggio. L'arrivo di Mammì alla direzione generale segna una svolta, che il Papa vuole legalitaria, improntata, come ha spiegato più volte anche pubblicamente, ai principi 'del buon padre di famiglia'. Mammì già da tempo era entrato nella stanza dei bottoni dello Ior, dato che lo stesso Papa Francesco l'aveva nominato vicedirettore, accanto al presidente de Franssu. Ora la promozione alla direzione, l'approdo finale della carriera di Mammì, che allo Ior ha iniziato da cassiere, fino a raggiungere le posizioni apicali.