Gli italiani sono abituati a mangiare bene e i calabresi anche di più. Eppure nella scelta tra un prodotto a km 0 e un grande marchio nazionale spesso non si bada alla differenza. O magari fino ad oggi non era così chiara. Da quando è obbligatorio indicare in etichetta la provenienza del latte e dei prodotti caseari, però, il made in Calabria sbaraglia di gran lunga la concorrenza, secondo a nessuno come produzione di alta qualità. Sorridono già i territori di Cosenza e Vibo e lo faranno anche quelli della Sibaritide, del Crotonese e del Catanzarese, e in generale di tutta la regione per le novità attese.

 

Dal prossimo anno infatti la stessa precisione nella dicitura sarà richiesta anche per il riso, per il grano duro nella pasta, e per la passata di pomodoro.

Questo ci si aspetta dal 2018, raccogliere i frutti delle battaglie vinte in nome della trasparenza e del riconoscimento del duro lavoro nelle nostre terre, anche sul fronte europeo.  La Calabria ha il primato di essere l’unica regione in Europa con prodotti a glifosato zero. L’anno che se ne va lascia grandi soddisfazioni per gli agricoltori calabresi: oli e vini sempre più affermati nei mercati; giovani che tornano a credere nel settore grazie alle agevolazioni; export agroalimentare in continua crescita.

!banner!

Ci si augura che il nuovo anno porti invece una soluzione ai vecchi problemi: l’attuazione del PSR; il contrasto dei danni da cinghiale; il potenziamento della rete delle acque per l’irrigazione, vista la siccità della scorsa estate; lo sblocco burocratico per alcune esportazioni all’estero, perlopiù di salumi e formaggi.

 

I segnali che le eccellenze calabresi potranno primeggiare anche nell’anno venturo ci sono tutti: colossi come Findus e McDonalds scelgono di utilizzare e nominare la cipolla di Tropea; finalmente dal prossimo Febbraio il nostro succo d’arancia sarà più richiesto visto l’innalzamento della percentuale minima obbligatoria nelle aranciate dal 12 al 20 per cento; la moda dello street food diventerà una reale opportunità economica anche per le aziende agricole. Calabrese, di qualità, di speranza, saporito. Così immagino il 2018: buono, anche da mangiare.

Buon anno

 

Erica Cunsolo