Interviene uno studente pendolare della provincia di Catanzaro: «Sui mezzi di trasporto ci ritroviamo ammassati in pochi centimetri quadrati, esattamente come prima della pandemia»
Tutti gli articoli di Economia e lavoro
PHOTO
«Tra i 39 punti all'ordine del giorno dell'ultimo Consiglio regionale quello che più ha attirato la mia attenzione è stato il numero 14: Proroga dell’entrata in vigore del livello dei servizi minimi del trasporto pubblico locale». A scriverlo in una nota è Davide Pio Scicchitano, studente catanzarese.
«Riporto il discorso del relatore dell’emendamento, consigliere Giuseppe Neri (FdI), per meglio capire cosa voglio comunicare con queste poche righe: l’art. 16 del Dlgs 422/97 (https://web.camera.it/parlam/leggi/deleghe/97422dl.htm) e l’art. 5 Legge regionale 35/2015 (Norme per i servizi di trasporto pubblico locale - http://www.consiglioregionale.calabria.it/upload/testicoordinati/2015-35_2015-12-31.pdf) prevedono che la Regione debba definire, in sinergia con gli enti locali i livelli di servizi minimi qualitativamente e quantitativamente sufficienti a soddisfare la domanda di mobilità dei cittadini, servizi i cui costi sono a carico del bilancio delle regioni.
Conformemente all’iter previsto dalla citata norma regionale, è stato approvato il livello dei servizi minimi con deliberazione della giunta regionale 418 del 24 settembre 2018, approvata con deliberazione del consiglio regionale il 16 novembre 2018. La giunta regionale, con successivi provvedimenti, ha esercitato, appunto, la facoltà di proroga dell’entrata in vigore del livello dei servizi minimi, posponendola fino al 31 dicembre 2021. Ad oggi, anche per via dell’emergenza sanitaria e dei suoi impatti sui servizi e sulla programmazione degli stessi, non è prevedibile integrare l’entrata in vigore delle regole stabilite nel livello dei servizi minimi, a decorrere dal 1° gennaio 2022. Pertanto, si propone una proroga dell’entrata in vigore dello stesso prevendo la possibilità di una progressiva e graduale applicazione delle regole ivi previste.
Il dibattito scaturito dall’esposizione dell’ordine del giorno ha ancor di più sottolineato come alla proroga non ci sia via di scampo. Nello stesso tempo, ha fornito ottimi spunti di riflessione. Infatti, il consigliere di minoranza Bevacqua ha chiarito un particolare al quale mi associo: l’emergenza sanitaria non deve essere la “causa” che ha impedito di relazionarsi, rapportarsi con gli enti per completare la programmazione, anzi, al contrario, dovrebbe farci riflettere sull’urgenza di rimodulare il servizio dei trasporti. Sono parole da condividere, perché, purtroppo, ancora oggi noi studenti pendolari che usufruiamo dei servizi di trasporto pubblico locale (se tali possono essere definiti da un punto di vista qualitativo), ci ritroviamo ammassati in pochi centimetri quadrati, esattamente come prima della pandemia, vanificando tutti quegli sforzi che l’organizzazione scolastica ha fatto, fa, e continuerà a fare, al fine di garantire la sicurezza agli studenti tra i banchi di scuola, privandoli della socialità.
Inoltre, la pandemia non può essere una scusante, perché non si tratta della prima proroga. A tal proposito, bisogna rammentare che il piano dei servizi minimi sarebbe dovuto entrare in vigore già prima dello scoppio della pandemia, ovvero il 1° gennaio 2020. È il tempo di dire basta a queste proroghe. È il momento più opportuno per intervenire, potenziando i servizi del traporto pubblico locale soprattutto nelle zone periferiche attualmente poco considerate. A giovarne sarebbe sia l’immagine esportata nel mondo della nostra regione, sia un’intera popolazione, che potrebbe spostarsi più comodamente nel territorio regionale (limitando, pertanto, anche la fuga di migliaia di giovani calabresi)».