Sbarca anche nella Piana il neo costituito comitato dei tirocinanti dell’area metropolitana di Reggio Calabria. A promuoverlo sono soprattutto Rosa Ferrandello e Domenico Bagalà, lei impegnata nel municipio di Polistena, lui a Gioia Tauro, che assieme a Max Murdolo – che lavora nel capoluogo – hanno sottolineato l’obiettivo di fondo. «L’ideale sarebbe superare i particolarismi e i personalismi – spiega Murdolo – e andare verso un coordinamento regionale perché la lotta si vince se dimostriamo unità».

Ufficialmente apprendisti ma dal 2014 lavorano con una paga da ammortizzatore sociale e non vogliono la proroga del tirocinio ma un contratto a tutti gli effetti. «Appena 500 euro al mese che riceviamo ogni 3 mesi – sottolinea Ferrandello – con in più la beffa di non avere diritto alle ferie o alle indennità di malattia, ma risultare a tutti gli effetti lavoratori nella dichiarazione Cud anche se siamo senza contratto».

Un esercito di oltre 6 mila calabresi che rischia di consacrare un limbo del precariato che già appartiane al bacino storico degli Lsu. «Facciamo un lavoro indispensabile – conclude Bagalà – che all’inizio poteva essere considerato un ammortizzatore sociale dopo il licenziamento, ma oggi è a tutti gli effetti un lavoro che gli enti riconoscono per la sua indispensabilità».