Da settimane si sta consumando una querelle tra l'ente che gestisce il parco termale e i due Comuni su cui sorge. Ma alla fine a rimetterci saranno i dipendenti (ASCOLTA L'AUDIO)
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La società Sateca ha incontrato i suoi 250 dipendenti per discutere delle sorti del parco delle Terme Luigiane, messe in discussione da una serie di provvedimenti emessi dai Comuni di Acquappesa e Guardia Pimontese, sub concessionari delle acque termali. Dopo la scadenza del contratto del dicembre scorso, i sindaci Francesco Tripicchio e Vincenzo Rocchetti hanno chiesto alla Sateca di continuare a gestire le attività fino al subentro di un nuovo gestore, riducendo però l'erogazione delle acque al 12%, quantità ritenuta irrisoria dai dipendenti e dall'azienda stessa, costretta ora a tagliare servizi e posti di lavoro.
I sindaci "aprono" alla libera concorrenza
I due primi cittadini hanno giustificato la decisione invocando la fine del "monopolio" della società facente capo alla famiglia Ferrari che dura da quasi un secolo. Ma in realtà non si tratta di un monopolio, perché l'affidamento, avvenuto negli anni '30 del secolo scorso, è avvenuto tramite partecipazione al bando pubblico e la gestione si è sempre attenuta alle regole contrattuali sottoscritte dagli enti. La faccenda, inoltre, si è complicata ancora di più quando i Comuni, qualche giorno fa, hanno comunicato alla famiglia Ferrari che il rapporto si interromperà senza appello il prossimo 30 novembre, anche nel caso in cui l'ipotetico bando per l'affidamento, di cui si parla da anni ma non ancora pubblicato, vada deserto.
La Sateca: «Non ci sono le condizioni per continuare»
La famiglia Ferrari si è presentata al parco termale con i suoi avvocati, i quali hanno risposto a tutti i dubbi e le domande dei dipendenti, su cui ora aleggia l'ombra del licenziamento. In particolare, l'avvocato Enzo Paolini ha spiegato che fissare la conclusione del rapporto al 30 di novembre non consentirà alla società, qualora decidesse di dare il via alla nuova stagione termale, di investire, assumere o guardare al futuro con serenità. Oltretutto, ha sottolineato il legale, nel caso in cui a quella data non sia stato individuato il nuovo gestore, le attività si interromperebbero bruscamente e i dipendenti finirebbero comunque licenziati, con gravi ripercussioni sull'economia di tutti il territorio. I lavoratori, ora sperano in un passo indietro di Tripicchio e Rocchetti.