Solo così, spiega il sindacato, potrà partecipare ai bandi con progetti di ricerca e sperimentazioni proprie ed essere dotato di una vera e propria pianta organica
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«Serve un atto univoco del governo regionale, che consenta al Centro di Neurogenetica di essere riconosciuto come centro di ricerca, per poter partecipare anche ai bandi con progetti di ricerca e sperimentazioni proprie, che sia quindi dotato di una vera e propria pianta organica che consenta l’assegnazione del personale (medici, biologi, psicologi, paramedici e amministrativi) necessario per le attività del centro. Ma è indispensabile fin da subito, l’assegnazione delle risorse economiche necessarie per consentire che il Centro possa proseguire le attività già in corso».
È quanto chiede lo Spi Cgil Calabria al termine di un incontro tenuto con la responsabile del centro regionale di Neurogenetica, ospitato dal Giovanni Paolo II di Lamezia Terme, Amalia Bruni e con il presidente della Terza commissione del Consiglio regionale Michelangelo Mirabello.
La delegazione dello SPI era composta da Gianni Dattilo, segretario regionale e Michele Iannello, responsabile del dipartimento sociosanitario. I dirigenti dello Spi si dicono «preoccupati dello stato di abbandono in cui versa il Centro di Neurogenetica regionale, che rappresenta per la ricerca sulle malattie neurodegenerative, demenza senile e, soprattutto, Alzheimer, un centro di eccellenza, che fa onore alla Calabria ed all’Italia».
«La miopia di una certa politica e del management aziendale dell’Asp di Catanzaro – affermano in una nota i sindacati - rischia di porre fine ad una straordinariaesperienza di ricerca che il mondo scientifico nazionale ed internazionale ci invidia».
«E’ indispensabile fin da subito – incalza la Cgil - l’assegnazione delle risorse economiche necessarie per consentire che il Centro possa proseguire le attività già in corso, così come previsto dal comma 5, art. 19 della Legge Regionale 11 maggio 2007 nr. 9 che prevedeva, a partire dal 2007, l’erogazione di una somma annuale 500 mila euro, prelevata dal fondo sanitario regionale per la ricerca; nonché le risorse assegnate al Centro con l’art. 16, comma 5 della legge regionale 27/12/2016 , nr. 44, rifinanziato con la legge regionale 19/12/2018, nr. 48 (art. 7 e Tabella C allegata) e pari ad euro 200.000 per l’anno 2019”. Lo SPI ripone nella Ricerca in questo settore “grandi speranze, nel tentativo di individuare le cause ei meccanismi patogeni responsabili delle demenze. Ciò può aprire, per come descritto in un opuscolo curato dallo stesso Centro di Ricerca, nuovi orizzonti verso l’individuazione di terapie specifiche con le quali contrastare la degenerazione neuronale che altrimenti evolve in modo inesorabile».
«Riteniamo - concludono - che sia giunto il momento di mettere nelle condizioni ottimali tutto il personale (medici, biologi, psicologi, paramedici e amministrativi), che aiuta a far funzionare al meglio il Centro, per consentire anche per il futuro il raggiungimento di risultati ancora più lusinghieri e tali da essere ancora apprezzati dal mondo scientifico e dalle persone interessate a queste terribili patologie. Auspichiamo che ciò si possa realizzare nell’interesse della scienza e della lotta a malattie».