Giovanni Caglioti opera nel settore della ristorazione: «D’estate gli studenti universitari vanno via e il quartiere marinaro si spopola, altro che meta di vacanze». Fatturato giù del 30%: «Ma la politica queste cose non le vede?»
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Il dubbio, quasi amletico, su cosa sia Lido di Catanzaro (luogo a forte vocazione turistica o al contrario a "indirizzo residenziale") inizia a far lambiccare il cervello di quanti in quell'area hanno investito fior di quattrini, garantendo lavoro e guadagni a se stessi naturalmente però pure a una folta schiera di dipendenti. Ma perché ci si interroga sul punto? Semplice: il piatto piange. E non certo da ieri, una settimana o un mese fa, in argomento di presenze e numeri vari. Che non tornano affatto. O, comunque, lo fanno sempre di meno.
E a riguardo, come premesso, c'è chi riflette. È il caso ad esempio del giovane imprenditore locale Giovanni Caglioti, non da molto over 40, con diverse fiorenti attività, aperte ex novo o (ri)lanciate con parecchie "risorse fresche" immesse sul mercato, di cui è titolare o socio nel quartiere marinaro. Due di queste, per giunta con una terza in arrivo esclusivamente nel ramo ristorazione per cui è stato ancora una volta necessario spendere cifre a vari zeri, che sono in classici lounge bar situati quasi ai punti estremi di Marina con una proposta diversificata che però a giugno inizia a risentire dell'immancabile puntuale spopolamento della zona.
Ed è così - afferma sconsolato Caglioti - «che iniziamo a perdere circa il 30% del fatturato, quando invece la stagionalità imporrebbe un segno più al pari delle altre mete di vacanza. Una follia. Perché, non ci vuole certo un grande economista o un superuomo d'affari, per capire che se mi trovo in un'area riguardo a cui si parla da sempre di turismo in virtù della sua splendida costa e delle enormi potenzialità sotto tanti punti di vista e poi, oggi (ieri per chi legge, ndr), ci riroviamo alla prima domenica di luglio con il deserto alle 6.30 di sera allora no, qualcosa non va. E decisamente, direi».
Caglioti è sconfortato e con estrema sincerità rivolge un appello alla politica: «Attenzione a pensare che la presenza degli studenti, per almeno nove mesi all'anno (in centinaia risiedono a Lido in case in affitto per via della vicinanza dell'Umg, ndr), basti a camuffare un'amara realtà. Tutti sanno, infatti, che questi giovani, supportati dalle loro famiglie, non lesinano le spese fuori, ma è miope considerarli alla stregua dell'unico motore economico del quartiere. Che, quando si ferma poiché gli stessi ragazzi tornano nei luoghi d'origine per trascorrere le vacanze estive, costringe noi operatori economici di Marina a tenere botta, riequilibrando i bilanci complessivi annuali con gli introiti precedenti. Mi chiedo allora, i visitatori annunciati dove sono? Ma dove sono persino gli abitanti. Forse in… fuga verso le mete notoriamente più gettonate della riviera catanzarese da Botricello a Sellia e Simeri fino a Soverato, passando per Montepaone e Copanello di Stalettì».
Ma se a Caglioti si domanda il motivo di tale esodo, bisogna fermarlo, dalle tante "magagne" che tira fuori. «Non voglio indulgere troppo - esordisce - su ragionamenti politici. Ma la politica c'entra. Eccome, se c'entra. E, pur se mi spiace rimarcarlo, gli ultimi anni di Sergio Abramo da sindaco sotto tale aspetto sono stati un disastro. Un'eredità negativa, insomma, quella lasciataci da lui e dal vecchio gruppo dirigente, dopo addirittura un decennio di mandato ininterrotto con tanto di maggioranze bulgare a suffragio, sul versante del cattivo odore emanato dal depuratore; del mare sporco; del degrado ambientale con una scarsa, se non del tutto assente, manutenzione del verde pubblico e cura del decoro urbano. Ma a ciò si aggiunge - continua - anche l'atavico problema della sicurezza con la zona spesso in preda alla scorribande, soprattutto notturne durante i weekend, di gruppi violenti di etnia rom, quello di una viabilità tutta da ripensare e di un piano parcheggi in grado di offrire gli spazi necessari nei momenti di maggior afflusso come in occasione delle serate della cosiddetta movida».
Cosa pensa allora il diretto interessato, magari suggerendolo all'amministrazione da poco insediatasi che però ancora non ha una fisionomia precisa? In merito, Caglioti si esprime così: «Adesso ci si attende che il neosindaco Nicola Fiorita e la sua squadra, quando la annuncerà, possano ridare ossigeno al polmone turistico e volano economico della città, sebbene finora presunto e non certo effettivo, mantenendo gli impegni assunti in campagna elettorale. Sappiamo benissimo, però, che non hanno la bacchetta magica per risolvere i problemi in un amen. Ma forse si fa almeno in tempo a mettere qualche pezza, solo per ora sia chiaro, per non assistere a un naufragio anche in agosto. Non sarà facile e pertanto rivolgo a Fiorita gli auguri di buon lavoro con l'esortazione di coinvolgere attivamente gli operatori del settore, facendoli partecipare a programmi di sviluppo e crescita della nostra finora bistratta Catanzaro».