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Dopo 48 ore di sciopero della fame, il prefetto di Reggio Calabria Michele di Bari ha deciso di convocare i lavoratori dell’Opera San Francesco d’Assisi di Rizziconi, che da alcuni giorni presidiano la fondazione per rivendicare le otto mensilità arretrate. Al tavolo tecnico il sindacato di categoria e una delegazione di manifestanti che si sono confrontati con la massima autorità territoriale del Governo per tentare di trovare una soluzione a un problema che si trascina da anni e che adesso ha raggiunto livelli preoccupanti. Ieri mattina, infatti, tra la disperazione generale dei dipendenti, una donna ha avuto un malore.
Al termine dell’incontro in prefettura è stato assicurato ai lavoratori il saldo entro giovedì delle mensilità di aprile e maggio. Soluzioni che non risolvono il problema alla radice. Tant’è che i dipendenti continueranno lo sciopero della fame fino a quando non saranno retribuite tutte e otto le mensilità arretrate.
In serata, inoltre, i lavoratori hanno incontrato il vescovo di Oppido-Palmi, Francesco Milito, che ha assicurato il suo interessamento per una soluzione positiva della vicenda.
«La situazione - si giustifica Maria Albanese, direttrice della clinica privata - è precipitata a causa di una maxi cartella esattoriale che ha prosciugato le esigue risorse della casa di riposo».
La signorina - così la chiamano - ci riceve nel suo studio, al piano terra della struttura nata oltre 50 anni fa in un terreno di sua proprietà. Davanti ai nostri microfoni ripercorre tutte le tappe che hanno portato alla situazione debitoria della fondazione, indicando i presunti responsabili, invitando i dipendenti ad avere pazienza.
L'intervista: