VIDEO | Promossa dall'amministrazione comunale con Officina delle Idee, la tre giorni ha puntato alla destagionalizzazione e a stimolare imprenditoria e cittadini
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Destagionalizzare è una delle parole chiave dell’evento Catui Aperti, riproposto ad Altomonte dieci anni dopo l’ultima edizione. L’altra è autenticità. Così nel borgo antico, grotte, stalle, cantine, i catui appunto, hanno ripreso vita, con i loro prodotti enogastronomici, i suoni, i profumi, la musica popolare, il prezioso lavoro degli artigiani. Un laboratorio di coesione sociale ideato da Enzo Barbieri e promosso dall’amministrazione comunale con il supporto di Antonio Blandi, project manager di Officine delle Idee e direttore artistico del Festival Euromediterraneo.
Stimolare l'imprenditoria locale
L’obiettivo è rivitalizzare i luoghi e renderli attrattivi anche sotto il profilo turistico. «Perché nel borgo – ha spiegato Barbieri, chef e storico imprenditore turistico - è possibile organizzare eventi in ogni periodo dell’anno. Questa iniziativa – ha aggiunto – serve anche a stimolare l’imprenditoria locale e i cittadini, affinché si sentano parte di una comunità e lavorino insieme per non disperdere il patrimonio culturale e di tradizioni, oggi molto ricercato dai visitatori. Facendo leva sulla gastronomia locale, in particolare quella contadina, rurale e pastorale fatta di ingredienti semplici ma unici, anche vecchi magazzini in disuso possono essere trasformati in botteghe oppure in una cucina che per gusto e sapori non ha nulla da invidiare al ristorante più rinomato».
Turismo lento e di qualità
Ridare dinamicità ai centri dell’entroterra stimola l’economia, crea nuovi segmenti di sviluppo e posti di lavoro. La tre giorni è stata scandita anche da vivaci confronti istituzionali, uno dei quali, con la partecipazione dei Gruppi di Azione Locale e degli operatori del comprensorio, è stato ospitato nel salone Razetti, con il sindaco Gianpietro Coppola, l’assessore regionale Gianluca Gallo e Rosaria Capparelli, presidente del Gal Valle Crati. Catui Aperti non è stata quindi solo l’occasione per gustare i piatti della tradizione e riaprire, appunto, i cosiddetti catui, ma anche per alimentare una riflessione sulle iniziative politiche da intraprendere «a beneficio delle aree interne – ha detto il primo cittadino – nella convinzione che questa sia la strada da intraprendere per frenare lo spopolamento ed intercettare la richiesta crescente nell’ambito di un turismo lento ed ancorato alla qualità, che può garantire sviluppo e occupazione».