Lo dichiara Jole Santelli, coordinatore regionale di Forza Italia, in riferimento alla risposta del Ministro delle Infrastrutture Del Rio in question time all'interrogazione posta dai deputati forzisti Occhiuto e Santelli.

 

"Infatti, secondo quanto detto dal Ministro Del Rio la volontà del governo sarebbe di 'distribuire' i soldi stanziati per i lotti in costruzione riguardo A3 e SS106 sulle intere tratte, con ciò venendo meno al progetto complessivo che si stava portando a compimento e sparigliando le carte polverizzando le risorse, che verrebbero a questo punto messe in discussione nella loro entità, in opere di semplice manutenzione e per giunta distribuendo sull'intera tratta le risorse stesse.

 

L’affermazione secondo cui nell’ambito degli interventi sulla SA-RC e sulla SS106 si sono realizzate opere “faraoniche” è scandalosa e non può essere assolutamente condivisibile.

 

Infatti, la decisione dello Stato di eseguire detti interventi è stata generata dall’ineludibile necessità di adeguare infrastrutture realizzate negli anni 60 anni, oggi inadeguate specialmente per quanto riguarda i raggi di curvatura minimi e non più idonee a garantire gli standard di sicurezza, finalizzando le nuove opere al miglioramento funzionale della circolazione, nel rispetto dei vincoli ambientali, paesaggistici, archeologici e delle condizioni locali. A tale scopo, tutti gli interventi fino ad oggi eseguiti sull’A3 e sulla SS106 e quelli previsti in progetto, riguardano l’adeguamento della sede stradale alle norme CNR/80, norme che interessano le strade extraurbane e che, rispetto alle precedenti, stabiliscono la classificazione dei tipi di piattaforma, rivedono gli intervalli di velocità di progetto e modificano i criteri di progetto del tracciato e del profilo. Tali norme, dalla loro emanazione, sono state il riferimento per la progettazione delle strade extraurbane in Italia.

 

I progetti di intervento sull’A3 e sulla 106 Jonica contemplano le opere strettamente necessarie al raggiungimento di questo obiettivo ed i costi e la difficoltà di esecuzione sono esclusivamente rapportati alla complessa situazione orografica, idrogeologica e urbanistica dei territori attraversati.

 

Considerati gli studi e gli affinamenti tecnici che negli anni si sono consumati per confezionare dei progetti attuabili tecnicamente e idonei al raggiungimento di primari obiettivi sociali, l’affermazione secondo cui la “revisione progettuale” - prospettata dall’attuale Governo – “consentirà di rendere comunque sicure le infrastrutture ottenendo risparmi di alcune risorse per poterle reinvestire nel completamento definitivo dell’A3 e della Strada Statale Jonica” suona come un’eresia inaccettabile.

 

Infatti, i progetti (per alcuni dei quali sono in corso procedure concorsuali, ferme solo in attesa dell’approvazione del CIPE) non contemplano opere superflue la cui rivisitazione possa consentire di ricavare economie e di intervenire, con gli stessi finanziamenti e pari risultati, su tutto il resto delle infrastrutture ancora da adeguare. Al contrario, la paventata revisione progettuale avrebbe la seguente unica conseguenza: la mancata realizzazione dell’adeguamento a standard di sicurezza moderni e la sostituzione dei drastici interventi previsti con lavori di manutenzione straordinaria insufficienti a risolvere le tante criticità che gravano sui tracciati e a sanare il grave stato di degrado che oggi caratterizza le opere d’arte: ponti, viadotti e gallerie che, in ogni caso, continuerebbero nel tempo a richiedere notevoli impegni di spesa per fronteggiarne le esigenze manutentive.

 

Sarebbe, inoltre, compromesso il previsto pieno adeguamento di tali opere alla più recente normativa per le costruzioni in zona sismica e alla normativa per la sicurezza in galleria imposto dalle leggi europee.

 

I tratti di strada più pericolosi d’Italia continuerebbero ad essere tali perché mai adeguati.
Inconcepibile, peraltro, per l’A3 che fa parte della nuova rete centrale TEN-T (rete transeuropea dei trasporti) ossia dei 9 corridoi principali che formeranno le arterie dei trasporti nel mercato unico europeo e che dovrebbero rivoluzionare le connessioni tra est e ovest, eliminando le strozzature, ammodernando le infrastrutture e snellendo le operazioni transfrontaliere di trasporto per passeggeri e imprese in tutta l’Unione europea. In particolare, l’A3 insiste nel corridoio scandinavo-mediterraneo che è, probabilmente, quello più strategico per lo sviluppo italiano, perché partendo dal Brennero si scende fino a Roma e poi a Napoli da cui si biforca, collegando la città partenopea a Palermo, da una parte, e alla Puglia, dall’altra.

 

Evidentemente, per qualcuno, la Calabria sta “in fondo a destra” di questo corridoio"