«Noi chiediamo giustizia, chiediamo quello che ci spetta: andare alle prove fisiche perché abbiamo un punteggio altissimo». E' l'appello di Lorenza, una dei 14000 aspiranti agenti della Polizia di Stato che potrebbero essere tagliati fuori dal concorsone per 1148 allievi chiuso a maggio 2018. Una conseguenza dell'emendamento proposto dalla Lega 11.17 sulle assunzioni nella Polizia di Stato che escluderebbe i candidati idonei. «Il bando di concorso del 2017 prevedeva che potessero partecipare i ragazzi fino a 30 anni di età e con la licenza media. Adesso, mentre si sta giocando la partita e mentre si sta aprendo lo scorrimento della graduatoria, hanno cambiato le regole del gioco - spiega Lorenza, parlando a nome di chi ha già sostenuto la prova scritta - proponendo lo scorrimento soltanto per i ragazzi fino a 26 anni non compiuti e con un diploma di scuola superiore». 

Dunque un emendamento, già discusso in Senato, discriminatorio per gli aspiranti poliziotti che speravano e forse sperano ancora di diventare degni servitori dello Stato. «Stanno attuando una discriminazione violando i diritti umani e civili dei ragazzi che sono figli di una graduatoria già stilata nel 2017. Questo emendamento è discriminatorio ed anticostituzionale, viola ogni tipo di diritto umano e civile. Qualora venisse approvato significherebbe che ragazzi che hanno  preso 6 o 7 di punteggio, con una età inferiore alla nostra, andrebbero alle prove fisiche al posto nostro. E questo non può accadere. Noi a 26, 27, 30 anni non siamo assolutamente vecchi. Non è giusto. Il 5 febbraio scenderemo in piazza da tutta Italia a Montecitorio per rivendicare i nostri diritti».