La Legge di Bilancio prevede che gli enti che lo hanno presentato prima della pandemia possano ora modificarlo. Dopo la bocciatura della Corte dei conti, un'opportunità di salvezza che l'amministrazione comunale tenterà di cogliere al volo nell'ultimo giorno disponibile
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Si concretizza la possibilità per il Comune di Vibo Valentia di rimodulare il Piano di riequilibrio finanziario, presentato nel 2019 per evitare un eventuale secondo dissesto e bocciato lo scorso ottobre dalla Corte dei conti. L’ancora di salvezza è rappresentata dalla Legge di bilancio 2022, la numero 234 del 30 dicembre scorso, che prevede la possibilità di rimodulare il proprio Piano di riequilibrio finanziario per quegli enti che lo abbiano approvato prima della dichiarazione dello stato di emergenza epidemiologica da Covid-19. Proprio ai fini di una possibile rimodulazione, è stato inserito in via d’urgenza un punto all’ordine del giorno per il Consiglio comunale convocato per domani mattina, nel corso del quale verrà affrontato anche l’importante tema della crisi idrica.
Una grossa opportunità, dunque, quella offerta dalla Legge di Bilancio al Comune di Vibo Valentia, che lo scorso ottobre ha visto bocciare dalla Corte dei Conti il documento contabile, presentato nell’agosto del 2019 dall’attuale amministrazione comunale, guidata dal sindaco Maria Limardo. I magistrati contabili avevano parlato di «artifici contabili reiterati per migliorare i risultati di amministrazione per tutto il periodo precedente all’approvazione del Piano»; errori su errori, insomma, e dati inattendibili. Un giudizio contro cui la stessa Giunta aveva presentato ricorso alle Sezioni riunite della Corte dei Conti di Roma, di cui si attende ancora un pronunciamento.
Ora, però, la possibile svolta. Un’operazione che, invero, l’amministrazione comunale tenterà all’ultimo minuto: la Legge di bilancio prevede infatti che deve avvenire entro 30 giorni dalla sua entrata in vigore la comunicazione – alla sezione regionale di controllo della Corte dei conti – della volontà di rimodulare il Piano. E i 30 giorni scadono proprio lunedì 31, giorno in cui si terrà il Consiglio comunale. Un possibile salvataggio, dunque, ma in extremis.