La rivalutazione e la valorizzazione dei piccoli borghi antichi è uno degli obiettivi del Presidente della Regione Mario Oliverio «un tassello fondamentale di un progetto che punta a rendere la Calabria sempre più appetibile sul mercato turistico nazionale ed internazionale attraverso la valorizzazione del suo grande patrimonio culturale» ha dichiarato durante il convegno sul tema promosso dall’Amministrazione comunale di Castrolibero dal titolo “Per un modello di rigenerazione sostenibile dei borghi storici” tenutosi ieri pomeriggio. Insieme a Oliverio, presenti all’incontro moderato dal giornalista Massimo Clausi, Paolo Palma e Mimmo Gimigliano dell’aggregazione “Prima che tutto crolli”; il consigliere regionale Orlandino Greco; il presidente dell’Ance della provincia di Cosenza Giovan Battista Perciaccante; il dirigente regionale Giovanni Soda e il presidente dell’ordine degli ingegneri Nello Gallo.

 

La Calabria nei sui 15mila chilometri quadrati conta numerosi paesi caratteristici sia per urbanistica che per tradizioni, da quelli medievali di Civita, Bivongi, Altomonte a quelli singolari come Chianalea, definita la piccola Venezia, e  Pentedattilo, il suggestivo “borgo fantasma” che oggi vede la trasformazione delle casette in pietra in alloggi di ospitalità diffusa, il tutto grazie a una rete messa insieme per salvare il borgo dell’area grecanica dall’abbandono.

 

«I nostri centri storici – dichiara il Presidente della Regione- rappresentano un grande attrattore turistico. In essi, infatti, è racchiusa l’identità della nostra terra. Rivalorizzare questi contesti, recuperarne la vitalità, diventa, quindi, un obiettivo fondamentale. Ecco perché approveremo, a breve, uno strumento legislativo animato da questa visione e ispirato da questi obiettivi. Dobbiamo iniziare dal recupero strutturale che parta dalla mitigazione dei rischi sismici ed idrogeologici ma punti decisamente ad andare oltre. Al recupero strutturale va, infatti, affiancata un’iniziativa tesa a rianimare e a ripopolare quelli che sono dei veri e propri scrigni della nostra storia e della nostra identità. E ciò è possibile se saremo capaci di investire nel recupero delle identità culturali, nell’offerta di servizi di qualità, nel rilancio delle attività produttive, nell’incentivazione dei vecchi mestieri e delle attività artigianali, nella riscoperta e nella valorizzazione delle tradizioni. Naturalmente accanto a questa attività dovremo avere la capacità di mettere in campo anche una serie di progetti-pilota che puntino sulla ricettività sostenibile».

 

L’ESEMPIO DI BELMONTE CALABRO

 

«Per fortuna -ha proseguito Oliverio- anche in Calabria qualcosa comincia a muoversi. A Belmonte, per esempio, un gruppo di giovani ha recuperato una serie di piccole unità immobiliari e hanno creato qualche decina di posti letto che da maggio ad ottobre vengono utilizzate come strutture ricettive. Altre esperienze sono in atto su tutto il territorio regionale. Su questa linea dobbiamo insistere, spingere e assicurare attenzione e sostegno».

 

INTERAZIONE TRA PUBBLICO E PRIVATO E IL RUOLO DEI COMUNI

 

«Il punto non è mettere in piedi iniziative di carattere pubblico – continua il Governatore Oliverio - ma far interagire pubblico e privato che, in questa operazione, dovranno trovare una reciproca convenienza». Un’operazione abbastanza difficile, che deve interfacciarsi con una valorizzazione complessiva del contesto territoriale, della qualità dell’offerta dei servizi e della cura del territorio. In questa direzione il Presidente della giunta regionale ha deciso di scommettere e investire, costituendo un fondo di risorse che ammonta a circa 100 milioni di euro che vanno ad aggiungersi alle altre risorse già programmate per la valorizzazione e la messa in scurezza del territorio regionale.

 !banner!

Protagonisti principali di questo processo naturalmente dovranno essere i comuni che, dove sarà possibile, dovranno associarsi per utilizzare al meglio le risorse, oppure prendere in esempio l’iniziativa promossa da diversi comuni in Italia, precursore quello di Salemi, un comune di poco più di 10.000 abitanti in provincia di Trapani, di poter acquistare casa ad un euro per fronteggiare lo spopolamento e l’impoverimento dei borghi antichi. Il comune in questo caso fa da tramite tra i privati che vendono perché impossibilitati alla ristrutturazione o semplicemente perché vivono altrove, per far rientrare le case all’interno di un apposito bando offrendole al costo simbolico di 1 euro con l’impegno di ristrutturarle a spese proprie.