Anno di riscatto per l'olivicoltura italiana dopo la campagna dello scorso anno, considerata la peggiore di sempre. Con il 2019-2020 il made in Italy olivicolo produrrà, a livello nazionale, più di 330mila tonnellate di olio, raddoppiando (+89%) la produzione finale dell'anno passato, attestatasi intorno alle 175.000 tonnellate di prodotto. Dal punto di vista geografico le previsioni produttive parlano di una grande annata al Sud, un crollo del Nord e una tenuta del Centro Italia.

Secondo posto per la Calabria


A indicare la stima produttiva è un'indagine degli osservatori di mercato di Cia-agricoltori italiani, Italia Olivicola e Associazione italiana frantoiani oleari (Aifo). Traino della ripresa olivicola nazionale, insieme alle altre regioni del Sud, è la Puglia che da sola produrrà quasi il 60% dell'olio extravergine d'oliva nazionale con un incremento produttivo di un +175% frutto dei territori olivicoli delle province di Bari, Barletta-Andria-Trani e Foggia, nonostante il problema Xylella che ha colpito il Salento e che fa perdere alla zona provinciale, «rispetto alla già terribile annata passata», un 50% di produzione che si attesterà a meno di 3.000 tonnellate. Bene anche la Calabria (+116%), che conserva la seconda piazza tra le regioni italiane. Positivo l'andamento complessivo di tutto il resto del Meridione: Basilicata, che quasi quadruplica la produzione dello scorso anno con un +340%, Campania (+52%) e Molise (+40%). La Sardegna è a +183%, la Sicilia a +38%. In chiaroscuro il bilancio del Centro Italia dovuto alla ciclicità che caratterizza la produzione olivicola e al ritardo della fioritura causata dalle basse temperature di inizio primavera. In particolare è registrato +52% per l'Abruzzo e un +63% per le Marche.

Produzioni in calo al Nord

Cala invece il Lazio (-19%), la Toscana (-20%), l'Umbria (-28%) e l'Emilia-Romagna (-50%). Maglia Nera al Nord: Liguria (-43%), Lombardia e Veneto (-65%). La ripresa olearia in Italia è spiegata dagli esperti dal fatto che «il clima questa volta ha favorito lo sviluppo dell'olivo e il caldo estivo e la bassa umidità, in particolare, hanno evitato gli attacchi della mosca olearia». Gli analisti segnalano inoltre che «la qualità dell'olio extravergine d'oliva sarà assolutamente eccellente, soprattutto grazie agli interventi e alle spese sostenute dagli agricoltori nei mesi estivi per l'irrigazione dei campi». «Dopo un 2018 catastrofico per il settore, finalmente un'inversione di tendenza che ricompensa in parte i nostri produttori» , afferma il presidente di Cia-Agricoltori Italiani Dino Scanavino. «Ora - aggiunge - bisogna premiare la filiera agricola che si impegna nella produzione di un olio di qualità, garantendo prezzi più equi, adeguati e remunerativi».