Confartigianato spiega le difficoltà delle aziende che avrebbero dovuto ricevere il contributo entro sessanta giorni dalla richiesta e minacciano azioni di risarcimento
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Il Fondo regionale per lo sviluppo e la competitività delle imprese artigiane calabresi «sia sbloccato e rifinanziato per non interrompere le possibilità di crescita del comparto». È l’auspicio che Confartigianato Imprese Calabria affida ad una articolata lettera indirizzata oltre che al presidente facente funzioni della Regione, Nino Spirlì, all’assessore al Lavoro, Sviluppo Economico e Turismo, Fausto Orsomarso, al direttore del Dipartimento Roberto Cosentino e al presidente di Fincalabra, Carmelo Savino. «Sono ormai diversi mesi che segnaliamo l’estrema difficoltà nella quale si stanno venendo a trovare le tante imprese artigiane calabresi per i gravi ritardi registrati sul fondo regionale a loro riservato. Ad oggi, nonostante le tante rassicurazioni verbali ricevute, nessun concreto risultato è stato prodotto», si legge nella lettera di Confartigianato Imprese Calabria.
Sono circa un centinaio le aziende che attendono ormai da tempo l’erogazione del contributo al quale, è bene ricordare, si può accedere solo dopo aver integralmente realizzato l’investimento attraverso il ricorso ad un finanziamento bancario. Stiamo parlando di un contributo in conto capitale a fondo perduto nella misura del 65 per cento dell’investimento realizzato ed ammissibile. Un fondo pensato per essere snello ed efficace e rispondere in tempi celeri, sessanta giorni dalla richiesta, così prevede il regolamento del fondo, alle esigenze di liquidità e di investimento delle imprese artigiane, «ma che nella realtà è stato disattenzionato, con ritardi nelle erogazioni da parte della regione Calabria che oggi sfiorano i 12 mesi».
«Alcune imprese sono in attesa di ricevere il contributo dal mese di giugno dello scorso anno perché il riesame dell’esito istruttorio svolto dal soggetto gestore Fincalabra non è stato ancora preso in esame dalla regione Calabria; per altre, addirittura, vengono fatti scadere i termini di validità delle verifiche di regolarità contributiva ed antimafia, ripetute anche tre volte sulla stessa azienda, obbligatorie per poter procedere alla successiva erogazione del contributo», spiega la sigla.
Per Confartigianato Imprese Calabria si tratta di «una situazione assurda ed incomprensibile per le imprese. Eppure, quando la politica ha voluto, la macchina burocratica regionale ha dato risposte in tempi anche ragionevolmente veloci. Ed in questo particolare momento storico ci rendiamo conto di quanto sia importante una risposta immediata, che sul fondo è mancata. Sono moltissime le telefonate che in questi giorni la nostra associazione sta ricevendo da parte degli operatori del settore, preoccupati per il loro futuro (a breve riprenderanno i rimborsi dei finanziamenti sospesi), con la richiesta di chiarimenti sull’operatività del fondo che oggi rischia di avere un effetto boomerang, trovandosi nella pratica fortemente limitato da una erogazione a singhiozzo. È per questo che le imprese stanno anche valutando, permanendo l’attuale stato di inerzia, eventuali azioni di risarcimento danni che speriamo siano evitate».
«Chiediamo dunque alla Regione un’immediata e chiara risposta, con tempi certi di definizione delle procedure – conclude Confartigianato Imprese Calabria -. Vogliamo, infine, ricordare che questo fondo, che rappresenta l’unico strumento finanziario messo a disposizione delle imprese artigiane negli ultimi 11 anni sostiene i programmi di crescita reali tanto auspicati da questa giunta regionale, consentendo alle imprese di poter avviare un rinnovamento aziendale per competere sui mercati. Lo strumento esiste, non dobbiamo inventare nulla. Occorre solo farlo funzionare. A conferma, vi sono i dati. L’80% delle risorse disponibili (complessivamente 5 milioni di euro) sono già impegnati (non erogati) dalle richieste delle aziende per investimenti realizzati, concreti e tangibili. E’ per questo che ribadiamo – concludono - come già fatto, l’importanza che il fondo sia rifinanziato per non interrompere le possibilità di crescita del comparto».