Domani alle 9,30 presso l’Aula Caldora dell’Università della Calabria verrà presentato un nuovo corso di laurea in “Tecnologie del Mare e della Navigazione” a cura del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente. Il corso verrà presentato dai professori Giuseppe Mendicino, Francesco Longo, Manuela Carini Francesca Mirabelli, conduttrice del format Blu Calabria in onda su LaC. I lavori verranno introdotti da Mario Maiolo che è il referente del corso di laurea.

BLU CALABRIA

Maiolo, in cosa consiste questo nuovo corso di laurea?
«L’idea di proporre un corso di laurea triennale in “Tecnologie del Mare e della Navigazione” nasce da motivazioni di carattere culturale, sociale ed economico e nasce dall’osservazione delle opportunità che lo sviluppo della Economia del Mare offre alla realtà locale calabrese e alle istanze che provengono dall’utenza studentesca e dal tessuto produttivo, nonché dall’opportunità di utilizzare le potenzialità di un’area costiera di circa 800 Km di linea di costa a forte vocazione turistica e marittima, caratterizzata dalla presenza del porto di Reggio Calabria e Villa San Giovanni, appartenenti all’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto che garantiscono il trasporto delle persone e delle merci nello stretto di Messina e verso il Mediterraneo, dell’Autorità di Sistema Portuali dei Mari Tirreno e del Basso Jonio (per il controllo dei porti di Gioia Tauro, Corigliano, Crotone, Palmi e Vibo Valentia). Il Porto di Gioia Tauro è il più grande terminal per il transhipment presente in Italia e nel Mediterraneo».

Ma l’obiettivo qual è?
«Il corso, triennale, mira a formare figure professionali capaci di rispondere alle esigenze della gestione delle fasce costiere, delle aree portuali e del mercato del trasporto marittimo. Si intende fare acquisire agli allievi le conoscenze e le competenze necessarie ad utilizzare tecniche e strumenti in uso nel settore del monitoraggio marino, portuale e della navigazione, e di avviarli ad operare in contesti lavorativi, marittimi, portuali e del trasporti. L’articolazione didattica è interdisciplinare, essendo finalizzata a fornire conoscenze scientifiche, ingegneristiche, giuridiche, oceanografiche ed ecologiche di base, nonché a permettere l’acquisizione di competenze tecnico-specialistiche. L’attività didattico-formativa sarà caratterizzata da un approccio teorico-pratico che prevede una stretta integrazione e interrelazione tra momenti di trasmissione teorica dei contenuti professionalizzanti (attività d’aula) e fasi applicative con attività di laboratorio, che si svolgeranno presso la Stazione Sperimentale Marina di Capo Tirone – Hub di ricerca del Laboratorio di “Gestione Sostenibile delle Risorse Idriche” del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente dell’Università della Calabria, visite di studio e stage presso Compagnie di Navigazione, Aziende ed Enti, pubblici e privati del settore, volte a mettere in pratica le conoscenze acquisite».

A chi si rivolge e come è strutturato?
«Il Corso è rivolto a tutti gli studenti in possesso di un qualsiasi diploma di scuola secondaria e, in particolare, si rivolge a tutti gli studenti che hanno frequentato gli istituti nautici, meccanici, elettronici e informatici. È una laurea triennale che se conseguita consente l’accesso alla istituenda laurea specialistica in “Tecnologie del Mare e della Navigazione” e a diversi indirizzi di specializzazione dell’Ingegneria e delle Scienze. In particolare, le attività formative di base hanno l'obiettivo di fornire agli studenti le conoscenze logico matematiche in modo da comprendere i contenuti delle attività formative caratterizzanti (sia quelle teoriche sia quelle applicative); il corso di laurea prevede, infatti, nei primi due anni, un percorso formativo caratterizzato da un taglio tecnico-pratico, in base al quale i relativi insegnamenti forniranno le conoscenze di base di matematica, fisica, tecnologie chimiche, informatica e logistica, mentre con le discipline caratterizzanti quali la geologia, la cartografia, la teoria della nave, dei Radar, dei Sistemi di avvistamento, statistica meteorologica, saranno approfonditi i temi di carattere ingegneristico, con particolare riguardo alla geologia e al monitoraggio, tramite prove pratiche ed attività di laboratorio, ed anche tematiche ambientali, attraverso lo studio tecnico-giuridico della protezione dell’ambiente marino e dei sistemi sostenibili di trasporto marittimo, mentre, per quanto attiene alle materie giuridiche saranno impartiti insegnamenti di diritto della navigazione e diritto internazionale marittimo».

Come si svolgeranno le lezioni?
«Il corso è articolato in lezioni frontali, esercitazioni in aula e/o laboratorio e studio individuale.  Al fine di agevolare l'introduzione dei laureandi nel mondo del lavoro, il corso prevede tirocini e stages presso Compagnie di Navigazione, Aziende ed Enti pubblici e privati del settore. Le attività formative di laboratorio e caratterizzanti erogate dalle parti interessate e/o presso le strutture certificate a livello internazionale hanno l'obiettivo di completare la formazione in modo da facilitare anche il raggiungimento della abilitazione alla professione di ufficiale della marina. In questo caso, il Corso di Studi (CdS) prevede, in alternativa, periodi di tirocini dedicati all'esperienza a bordo della nave in accordo alle attuali normative internazionali oppure un periodo di tirocinio a terra per lo svolgimento dei corsi obbligatori per la Gente di mare. I rimanenti crediti formativi (CFU) sono dedicati alle discipline affini, alla lingua inglese e alla tesi di laurea. Il livello di preparazione che sarà garantito ai laureati e l’esperienza acquisita sul campo durante le attività di tirocinio previste nel percorso di studio, potrà consentire ai laureati, da un lato, un facile inserimento nel mercato del lavoro, nei settori professionali di competenza, oppure di continuare ad operare nel settore marittimo, dei trasporti e della logistica con maggiore preparazione e competenza, ma potrà, dall’altro, garantire una eventuale prosecuzione degli studi, in corsi di laurea magistrale (LM) e/o master di primo livello».

Il mare è il grande malato calabrese, questo tipo di corso che aiuto può dare alla nostra regione?
«Personalmente non partirei dagli aspetti negativi che tutti conosciamo, partirei dal dire che l’Economia del Mare è uno dei grandi potenziali della Calabria di cui non siamo adeguatamente consapevoli. Nei settori di questa economia, oltre il porto di Gioia Tauro, ci sono realtà imprenditoriali, anche interessanti, che però sono a basso valore aggiunto perché difettano di innovazione e di competenze professionali. Le Università possono e danno il loro contributo per superare queste difficoltà e il Corso di Laurea in “Tecnologie del Mare e della Navigazione” è un concreto contributo in cui il Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, guidato dal prof. Mendicino, ha preso il maggior impegno anche in termini di efficienza e qualità, sotto la supervisione della collega prof.ssa Manuela Carini. Io penso, anche da referente del Corso di laurea, che annunciare, come sistematicamente si fa, interventi di manutenzione ordinaria degli impianti di depurazione come attività che risolva il problema degli inquinamenti non sia la strada da percorrere».

Però su questo fronte il presidente Occhiuto si sta spendendo molto….
«Sicuramente aver individuato il Soggetto Gestore del Ciclo Integrato delle Acque è un'ottima notizia anche in direzione della soluzione di questo problema a condizione che si entri subito nella operatività coinvolgendo dirigenti e personale realmente competenti in materia. Servono, anche, incisive campagne di comunicazione per far assumere agli amministratori locali, in testa, agli imprenditori e ai cittadini, comportamenti più responsabili e più consapevoli dell’urgenza del tema della sostenibilità ambientale. I Tecnologi del Mare che formeremo contribuiranno all’innalzamento di questa consapevolezza e, soprattutto rafforzeranno una capacità autonoma della Calabria a fare, anche in questo campo, azioni positive. Personalmente soffro quando sento che autorevoli istituzioni non calabresi si occuperanno dei problemi dei mari calabresi; ne soffro e penso sia una mortificazione che le Università calabresi non meritano perché i rettori e tutte le istituzioni che dirigono compiono un lavoro encomiabile per contribuire allo sviluppo della Calabria, sulla scia del pensiero visionario del compianto Beniamino Andreatta. I risultati di questo impegno sono sotto gli occhi di tutti e sono certo arriveranno anche nel campo dell’Economia del Mare. Quanto ai problemi dell’inquinamento, ma sottolineo più in generale sull’Economia del Mare, forse è arrivato il momento che si faccia sul serio mettendo insieme tutte le energie positive per contribuire ciascuno con le proprie competenze reali, senza criminalizzazioni pregiudizievoli, evitando che la Politica e l’Amministrazione debba essere sostituita da altri poteri, ma che possa trovare nella conoscenza, nella ricerca e nell'innovazione gli strumenti necessari a rendere il fenomeno degli inquinamenti nei limiti fisiologici».