«La Cisal condivide l’impostazione di fondo con cui il Governo Conte ha voluto caratterizzare la legge di bilancio 2019. Si tratta di un provvedimento che finalmente cerca di rispondere a esigenze reali della popolazione, a partire da temi fondamentali quali pensioni, povertà e coesione sociale, fisco e pubblico impiego». E’ quanto dichiara Francesco Cavallaro, segretario generale Cisal, al termine del primo confronto sulla manovra tra Governo e sindacati, tenutosi questa mattina a Palazzo Chigi.

 

I temi previdenziali

 

«In tema previdenziale - afferma Cavallaro -, come sempre sostenuto, riteniamo indispensabile rimettere in discussione la legge Fornero, contraddistinta da indici di valutazione troppo rigidi e penalizzanti e causa di un grave squilibrio sociale intergenerazionale, e guardiamo con favore, per fornire sostegno adeguato a tanti pensionati ormai confinati ai limiti dell’indigenza, alla proposta di aumento delle pensioni minime. Per combattere la povertà è necessario andare incontro alle fasce della popolazione maggiormente colpite da una crisi che, di fatto, dura ormai dal 2005. Siamo dunque favorevoli a misure di integrazione e sostegno del reddito delle famiglie povere, purché queste siano affiancate da una più generale politica di stimolo dell’occupazione». «In ambito fiscale - precisa il segretario - la Cisal rilancia la proposta di introdurre il “conflitto di interessi”, che stimoli l’emersione del “nero” secondo un processo virtuoso e condiviso dai cittadini e che consenta il recupero della tassazione diretta e indiretta a oggi evasa».

 

Lo sblocco dei turnover

 

«Sul fronte del pubblico impiego - continua Cavallaro - condividiamo il piano di assunzioni enunciato dal ministro Buongiorno per sbloccare il turnover, augurandoci che venga posta la necessaria attenzione all’entità delle risorse necessarie ai rinnovi contrattuali del settore per il triennio 2019-21. E’ peraltro indifferibile la razionalizzazione del nostro sistema di Pubblica Amministrazione, che ha visto fiorire, fin dagli Anni ’70, una straordinaria quantità di agenzie nazionali e regionali, enti di gestione, società partecipate da enti pubblici, secondo una logica che ha prodotto solo inefficienze e sprechi. Si deve tornare alla semplificazione dei livelli di amministrazione e al riaccorpamento delle amministrazioni, secondo un modello che ha già consentito al nostro Paese di crescere in modo virtuoso. In tale direzione la Cisal chiede l’immediata soppressione dell’Inl e il ripristino delle precedenti competenze di Inps, Inail e Ministero del Lavoro.  E’ fondamentale, inoltre, garantire che il rinnovo dei vertici di importanti enti e aziende di stato avvenga all’insegna di una reale discontinuità con il passato, a cominciare dal rinnovo della governance dell’Inp e dell’Anas».

 

Per quanto riguarda infine Mezzogiorno e infrastrutture «ribadiamo con forza che servono strade, ferrovie e banda larga per creare le condizioni fondamentali allo sviluppo di un’economia competitiva, che tarda a manifestarsi soprattutto nel Sud del Paese».