Sono ad un passo dal finire nel tritacarne della politica i dipendenti della Seatt, 54 lavoratori, padri e madri di famiglia, da circa vent’anni al lavoro negli uffici e agli sportelli dell’Azienda Ospedaliera, alle dipendenze della cooperativa appaltatrice dei servizi esternalizzati. Dal primo dicembre resteranno senza lavoro. Molti di loro sono ormai cinquantenni e difficilmente potranno reinserirsi nel mondo occupazionale. Come per gli Operatori Socio Sanitari della Coopservice, sarà disperso il patrimonio di formazione, professionalità ed esperienza di questo personale impegnato in particolare al Centro Unico di Prenotazioni, all’incasso del ticket, alla consegna dei referti. 1.821 prestazioni al giorno e 45.434 in un mese, ha ricordato il consigliere regionale Carlo Guccione.

Avviso di mobilità interna

Il Commissario Straordinario Saverio Cotticelli, dopo giorni di silenzio e di mancate risposte persino al Prefetto di Cosenza, non ha potuto fare a meno di ricevere una delegazione dei dipendenti Seatt in procinto di essere licenziati, dopo un assedio durato molte ore davanti la Cittadella a Catanzaro. Nessuna soluzione è stata prospettata. La sensazione è che non ci saranno ulteriori proroghe. E probabilmente neppure un nuovo bando di gara. Appare chiaro che la strategia della struttura commissariale, condotta di concerto con la direzione generale dell’Azienda Ospedaliera, retta da Giuseppina Panizzoli, sia quella di puntare ad internalizzare le funzioni. Già l’8 novembre scorso infatti, l’Ente ha pubblicato un avviso di mobilità interna per reperire otto unità di personale appartenente ai profili di coadiutore amministrativo, assistente amministrativo, collaboratore amministrativo, disponibile a prestare le proprie attività proprio presso il Cup. Ma il reperimento non deve aver sortito effetti positivi, poiché i termini, inizialmente in scadenza il 14 novembre, sono stati riaperti fino alla giornata del 26 novembre.

Il concorso della discordia

Le altre unità arriveranno invece dal concorso per operatori tecnici di call center, che sta giungendo rapidamente alle battute finali con la pubblicazione degli esiti delle prove pratiche. Due i posti da assegnare a tempo indeterminato, ma una volta approvata, si potrà scorrere la graduatoria per assumere altre persone risultate idonee, fino a coprire il fabbisogno. L’espletamento di questo concorso a due mesi dalle elezioni regionali ha suscitato un vespaio di polemiche, alimentando l’ipotesi che dietro l’inflessibilità del Commissario Cotticelli vi sia l’interesse politico di eliminare, sacrificando i lavoratori, la cooperativa Seatt dal sistema sanitario e con essa anche la nicchia di potere che questa cooperativa avrebbe rappresentato negli anni, macinando consensi in termini di voti.

Il ricorso al Tar

Nel frattempo i dipendenti della Seatt, unitamente al rappresentante legale della cooperativa, hanno presentato ricorso al Tar sostenendo che il contratto debba intendersi valido finché l’Azienda Ospedaliera non procederà ad una nuova gara di appalto per l’aggiudicazione dei medesimi servizi esternalizzati, per come specificato nella delibera con cui l’ultima proroga è stata concessa. Questa procedura peraltro, tutelerebbe anche il diritto dei 54 lavoratori a beneficiare della clausola di salvaguardia sociale, ovvero del diritto di essere assunti alle dipendenze dell’impresa che dovesse eventualmente subentrare alla Seatt.

La solidarietà di medici e paramedici

Un centinaio tra medici ospedalieri e paramedici, hanno apposto la propria firma in calce ad un documento di solidarietà verso i lavoratori a rischio di licenziamento: «Come cittadini, come lavoratori, come uomini e donne, come soggetti sociali, il personale medico e paramedico dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza non può rimanere in silenzio davanti a quello che sta succedendo in questi giorni ai lavoratori e lavoratrici della Cooperativa Seatt – si legge nel documento – Dopo 18 anni di lavoro, sempre garantito con professionalità e dedizione, questi onesi lavoratori, 54 padri e madri di famiglia, stanno subendo un licenziamento al 30 novembre sotto l’indifferenza e il silenzio delle istituzioni e di chi, negli anni, ha usufruito dei loro servizi. I tagli dei rami secchi che l’Azienda si vede costretta a dover attuare non possono comprendere queste persone che sono sempre state di valido e indispensabile supporto per tutti noi che negli anni ci siamo dovuti adeguare anche alle procedure amministrative, sempre in continua evoluzione, di un Sistema Sanitario che fa fatica a garantire l’assistenza ai cittadini. A loro tutti esprimiamo piena e convinta solidarietà individuale e di gruppo in questa delicata fase che gli vede negare il diritto al lavoro, piaga sociale della nostra realtà. Auspichiamo che tutto ciò gli venga riconosciuto e che le istituzioni si possano attivare per una fruttuosa e urgente soluzione nell’interesse di tutti: cittadini e lavoratori».