Un aeroporto irriconoscibile, un deserto a luci basse. Siamo nello scalo internazionale di Lamezia Terme, il vero fulcro del trasporto aereo calabrese a cui gli snodi di Reggio Calabria e Crotone fanno da contorno. Qui le saracinesche sono tutte abbassate, i negozi non hanno riaperto perché non ci sono passeggeri e di conseguenza clienti.  L’unica tratta attiva è quella di Alitalia da e per Roma, un volo al giorno che scarica i passeggeri e riparte dopo poco più di un’ora.

 

Le richieste sono poche e limitate a motivi di salute, lavoro o rientri nella propria residenza e i passeggeri sono sistemati in modo tale da mantenere le distanze di sicurezza. A volte, a causa della mancanza di prenotazioni, non viene garantita nemmeno l’unica tratta giornaliera.Ed è quel volo Lamezia – Roma l’unico filtro con l’esterno della Calabria rimasto. Le compagnie come la Ryanair che garantivano le tratte di Bologna e Pisa hanno abbandonato la punta dello Stivale poco dopo l’inizio dell’emergenza. La Lombardia è sotto chiave, Linate ad esempio non è stato ancora riaperto.

 

Il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia ha ribadito che nella nuova deadline del 3 giugno, che segnerà gli spostamenti tra regioni, potrebbero non rientrare le aree ancora ad alto rischio, come appunto la Lombardia. Sul tema si deciderà il prossimo 29 maggio.  

 

Ci sono poi le centinaia di lavoratori che prima costituivano un indotto primario di clientela per i servizi offerti dallo scalo lametino e che ora sono venuti meno. La cassa integrazione ha riguardato tutti i lavoratori a tempo indeterminato,  mentre quasi cento stagionali sono stati lasciati a casa. Timidamente iniziano ad arrivare gli annunci delle compagnie intenzionate a volare nuovamente su Lamezia, ma bisognerà attendere giugno inoltrato e per alcune tratte anche luglio.