Nel pieno dello shopping natalizio e tra addobbi e carrelli pieni di spesa. Si è spostata nel Centro Commerciale Due Mari di Maida davanti l’ingresso Carrefour la protesta dei 52 dipendenti della sede di Crotone della catena francese lasciati a casa lo scorso ottobre con un messaggio whatsapp dal titolare Franco Perri.

Un messaggio al quale non è seguito un licenziamento formale mettendo così i lavoratori in una sorta di limbo: risultano ancora in forza lavoro ma nel frattempo il supermercato è stato chiuso, loro non ricevono lo stipendio da agosto e non riescono ad avere dialogo con il titolare.

 

Tra di loro ci sono anche dipendenti assunti da 25 anni e che in poco tempo hanno perso il lavoro. Chiedono quanto meno un ammortizzatore sociale, come la cassa integrazione. «Siamo stati ascoltati da tutti tranne che dall’azienda – spiega Federico Salvatore, segretario Fisascat Cisl – addirittura ci viene negato l’ammortizzatore che il ministero è disponibile a dare qualora l’azienda acconsentisse a sedersi a un tavolo».

 

Con fischietti e striscioni i dipendenti hanno decisamente “animato” il centro commerciale stanchi di non essere ascoltati dopo due mesi di sit in. Due settimane fa sembrava essersi aperto uno spiraglio nella vicenda. Del caso si era discusso a Roma alla presenza del sottosegretario al Lavoro Di Piazza, della parlamentare del M5s Elisabetta Barbuto e dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil.

 

In quella sede il ministero del Lavoro si era impegnato a contattare e convocare in tempi brevi i legali rappresentanti della Gdl srl, componente della Holding Gruppo Perri proprietaria del punto vendita di Passovecchio, al fine di attivare un ammortizzatore sociale in virtù della procedura di concordato avviata dallo stesso gruppo. Al tavolo ministeriale non si erano presentati, seppure formalmente convocati, i rappresentanti di Carrefour Italia e di Apulia, la società pugliese che gestisce numerosi vendita del marchio.