Dalla Calabria una idea imprenditoriale di successo che rivoluziona il mondo dell’edilizia. Si tratta della Personal Factory e del suo cemento a chilometro zero, un progetto innovativo che viene da Simbario, nel cuore delle Serre vibonesi. La ditta, che si occupa infatti della produzione di prodotti chimici per l’edilizia, ha creato una macchina in grado di miscelare e confezionare composti ovunque ci si trovi, con grandi benefici economici e logistici.

La fabbrica tascabile

Se ne è discusso nell’ambito del format LaC Tv, “Prima della notizia” con Francesco Tassone, inventore della “fabbrica tascabile”: «Noi siamo stati i primi al mondo a rendere possibile la produzione di tutto quello che si compra in un sacco all’interno di un punto vendita distribuito su un territorio locale, nel senso che se oggi voi andate in qualsiasi parte del mondo avrete un micro impianto Personal factory che farà prodotti chimici per l’edilizia. Partendo dalle materie prime che si trovano in loco – sabbia e cemento – noi spediamo da qua il consumabile. Abbiamo questa micro fabbrica brevettata e attraverso un controllo computerizzato da cloud controlliamo questi impianti in giro per il mondo».

Simbario, la nascita di Personal factory

Tutto è partito con un prototipo, nel 2008, «con il quale gli imprenditori hanno convinto dei fondi di investimento a venire a investire in Calabria, facendo la prima operazione di venture capital nel Sud Italia e da lì siamo partiti. Prima abbiamo sviluppato una parte meccanica dopodiché nel nostro laboratorio noi sviluppiamo i prodotti che i nostri clienti useranno per produrre in giro per il mondo».

Anche diversi media nazionali hanno danno risalto alla azienda vibonese grazie ai premi ricevuti. Eppure non mancano le problematiche: «Ci sono delle difficoltà nel fare impresa in Calabria -ammette l’imprenditore - ma noi vogliamo mandare un messaggio positivo. Bisogna adattarsi: è improbabile fare una multinazionale a Simbario, ma fare una piccola-media impresa che vende tecnologia in giro per il mondo è possibile».

La burocrazia e le strade interne

Nella nostra terra in particolare «il canale finanziario non è proprio adeguato a supportare aziende innovative, della burocrazia è inutile pure parlarne, ma quello che forse non è facile da credere è il problema sulla logistica locale, per le condizioni delle strade, mentre quella internazionale anche grazie al porto di Gioia Tauro che funziona abbastanza bene non è un problema. Questo – evidenzia Tassone - limita la mobilità interna delle persone e dà problemi anche a trovare personale. Il resto lo riusciamo a fare anche con uno Stato che non funziona, ma le strade non possiamo farcele da soli».

Il percorso di crescita è stato graduale: «Siamo partiti risolvendo tanti piccoli problemi e soluzione dopo soluzione siamo arrivati nel mercato con un prodotto molto innovativo. Oggi siamo presenti in 18 paesi: dal Vietnam alla Siberia, dalla giungla brasiliana al Ciad». La fase pandemica ha rappresentato un grosso ostacolo: «Il covid per una azienda che vive di internazionale è stato uno stop, abbiamo spento quasi completamente l’azienda ma ci siamo fatti trovare pronti alla ripartenza con prodotti nuovi e anche qualche contratto interessante», conclude infine Tassone.