Una storia importante

L’antica tradizione dello stocco cuore dell’economia di Mammola: «I giovani ci credono e continuano a lavorarlo»

Attorno al pesce secco, le cui tracce risalgono al X secolo, girano le attività di laboratori, ristoranti e negozi. Giuseppe Alagna è uno dei tanti artigiani dell'ammollatura: «Grazie a questo mestiere in tanti sono rientrati in Calabria»

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di Franco Laratta
22 luglio 2024
14:09

«Lo stocco? I giovani ci credono e continuano con la tradizione». Mammola, piccola cittadina in provincia di Reggio Calabria, dove la natura regala monti e mare superbi, mentre l’uomo propone un vasto panorama gastronomico. Lo Stocco di Mammola ha una storia antichissima.

Giuseppe Alagna è un giovane rimasto fedele alla tradizione. Continuando a lavorare lo stocco nel suo laboratorio nel centro di Mammola, e con lui lavorano altri ragazzi. La sua famiglia lavora lo stocco dal 1987.


«Ci sono tracce storiche che portano al nostro Santo patrono, San Nicodemo, che cita il pesce secco nel X secolo». Lo stocco è un piatto che veniva consumato soprattutto dai poveri. In particolare i contadini che lo offrivano ai braccianti durante i lavori più faticosi nelle campagne. Ma come dice Giuseppe Alagna le origini dello stocco risalgono addirittura al X secolo, e c’entra anche un santo!

Lo stoccafisso per lungo tempo veniva consumato nel periodo natalizio quando rientravano molti emigrati. Oggi lo stocco viene consumato tutto l’anno ed è un vero e proprio vanto di Mammola, sulle montagne dell’Aspromonte. Qui arrivano da ogni luogo per comprare il pregiato e gustoso stocco. 

A Mammola in tanti lavorano e vivono grazie allo stocco, tanti i ristoranti che lo preparano, e ci sono laboratori che lo lavorano nel più tradizionale dei modi, esclusivamente artigianali.

Giuseppe continua nella tradizione del laboratorio artigianale, dove tutto viene tuttora fatto a mano. «La lavorazione è esclusivamente artigianale, non ci sono attrezzature per trasformare lo stocco».

Attorno allo stocco gira l’economia della intera zona, anche con tanti ristoranti. «Sì, oltre l’indotto di noi artigiani dell’ammollatura ci sono 16 ristoranti, e poi panifici, caseifici, cantine, e c’è tutto il personale che vi lavora».

Il lavoro non è facile, anzi è molto impegnativo. Sarebbe interessante sapere da Giuseppe se ha mai pensato di lasciare, magari per un altro lavoro più leggero. Ma lui è categorico: «Non lascerei mai, nel modo più assoluto».

Oggi tanti ragazzi vanno via dalla Calabria. Le aree interne sono deserte. Ma la Calabria vive solo se valorizza le sue tradizioni. «Mammola è uno dei paesi dove grazie allo stocco tanti giovani sono rientrati a lavorare nella propria terra».

Il futuro degli artigiani dell’ammollatura, magari pensando di cambiare e di modernizzare. «Io intendo lasciare la lavorazione artigianale e magari fare una linea di prodotti pronti per essere esportati, rispettando le tradizioni».

Qui a Mammola sono tutti orgogliosi della tradizione dello stocco. «Il nostro prodotto gira tutto il mondo, sia fresco che in tantissime manifestazioni culinarie. È la nostra storia e rappresenta la nostra cultura».

A Mammola si tiene ogni anno la “sagra dello stoccafisso”, che si svolge nel mese di agosto. L’evento richiama decine di migliaia di turisti e curiosi da tutte le parti, molti vengono per acquistare il prodotto, tanti altri per gustarlo nei diversi ristoranti che lo preparano nel rispetto della tradizione.

Proprio negli ultimi due giorni si sono tenuti i vagabondaggi estivi “Alla scoperta di gusti, tradizioni e culture”, con lo stocco a primeggiare su tutto. Mentre il 14 agosto torna la festa del fungo.

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