«Potevamo non farlo, il governo offre in questo momento la possibilità a cittadini e imprese di rinviare il pagamento mensile delle tasse. Ma in una fase come questa abbiamo ritenuto che invece proprio la leva fiscale rappresenti ancor di più il modo migliore e più diretto per immettere liquidità nel sistema Italia. E a metà marzo il gruppo iGreco ha regolarmente versato all'Erario 250mila euro, quota che rappresenta l'appuntamento che si ripete ogni mese per noi».

Così, in una nota, il gruppo iGreco, particolarmente attivo in queste ore drammatiche su più fronti nel campo sanitario ma anche a sostegno dell'economia di scala. «Non è una notizia per noi pagare regolarmente e mensilmente le tasse ma il nostro è un fatturato di tutto rispetto e la cifra versata, solo per quanto riguarda il mese di marzo, non è banale – continua il gruppo nella nota -. Questo per dire che avremmo potuto utilizzare diversamente la liquidità versata all'Erario dal momento che il decreto del governo lo consente. Ma nonostante tutto abbiamo preferito mantenere il rapporto di consueta fluidità e regolarità con il Fisco e per una duplice ragione. Intanto perché lo slittamento del rateo, offerto dal governo, non può essere considerato a prescindere un escamotage per rinviare l'appuntamento con le tasse.

Se lo facessimo tutti a prescindere e a prescindere dalle reali condizioni aziendali il Paese si fermerebbe del tutto. L'articolo 71 del decreto del governo è chiaro sul punto. Chi può, continui a pagare regolarmente le tasse, lo chiede Conte questo. E poi, proprio per questa ragione, abbiamo ritenuto che immettere liquidità nel sistema fiscale equivalesse al modo migliore e più diretto per sostere il Paese e il sistema sanitario nazionale, sotto attacco in queste ore. Occorre ricordare che proprio il Fisco regge la sanità, le tasse servono a sostenere medici, infermieri, operatori sanitari. Ecco perché – conclude il gruppo iGreco – oggi per noi può anche diventare notizia aver versato 250mila euro di tasse solo per qunto riguarda il mese di marzo. Perché potevamo non farlo in questo momento. E perché al contrario vogliamo restare vicini e aggrappati al Paese che solo tutto insieme si può rialzare».