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La Cittadella della Regione Calabria.
«Lavorano in Regione da molto tempo, alcuni anche da più di tre lustri, eppure per la burocrazia sono degli “invisibili”, circa 285, al punto da non meritare neanche il diritto di voto, nonostante ci sia una precisa circolare dell’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) che dice il contrario. Prestano servizio presso i Dipartimenti e, per quanto attiene alla predetta Circolare n. 1/2018 in particolare i paragrafi 6 e 8 hanno diritto all'elettorato attivo quindi diritto di voto presso l'Ente Regione». È quanto denunciato in una nota dalla Cisal.
«Per i dipendenti di Calabria Lavoro (e non soltanto per loro) sono giorni agitati. Ovviamente, la tornata elettorale per il rinnovo delle "RSU" dei giorni 17, 18 e 19 aprile rappresenta per loro uno dei tantissimi diritti che in questi anni sono stati ampiamente calpestati. Ma è un eufemismo: la Regione li ha esclusi dagli elenchi dell’elettorato attivo, in un momento delicatissimo per la loro vertenza – si legge ancora - che, con gli atti emessi dovrebbe condurli alla tanta agognata stabilizzazione. Impedendo il diritto al voto a personale che presta da molti anni, previa convenzione, attività lavorativa negli uffici della Regione ovviamente ha scatenato in loro le più antiche e autentiche paure che spesso si sono trasformate in realtà, discriminati per l'ennesima volta dagli uffici regionali a cui molti hanno dato quasi tutta la loro vita. Ovviamente la riflessione deve necessariamente passare da un tavolo regionale che metta la parola fine ad un calvario che si trascina da troppo tempo, il voto negato è l'ennesimo schiaffo dato a queste persone che non sono numeri, ma personale regionale a tutti gli effetti. Solo regolamentando una volta per tutte il loro rapporto con la stabilizzazione si potrà restituire parte della dignità più volte vilipesa»