Parla la titolare di una azienda di prodotti tipici locali di Cicala, nel Catanzarese: «Nemmeno i nostri clienti si aspettavano l’applicazione di queste tariffe». Cauto ottimismo dopo la marcia indietro di Trump: «Spero che il governo italiano tratti accordi specifici»
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Inizia a trapelare un cauto ottimismo tra le aziende locali che intrattengono rapporti commerciali con gli Stati Uniti. L’applicazione dei dazi anche in Europa ha scatenato uno tsunami che ha dispiegato i suoi effetti anche alle nostre latitudini.
«Clima di incertezza, titubanza». Così racconta l’altalena di questi giorni Tiziana Muraca, titolare dell’omonima azienda di Cicala, nel catanzarese. Cinquant’anni di vita, giunta alla terza generazione, attività avviate con la lavorazione delle castagne, che resta ancora il core business della società.
«Non vi nego che un nostro cliente nel momento in cui Trump stava per comunicare i dazi per tre giorni non ha risposto nemmeno alle nostre email o messaggi» – spiega rievocando il 2 aprile, bing bang per i mercati internazionali, negli stessi giorni l’azienda stava per concludere un accordo commerciale con un importatore statunitense. «Avevamo inizialmente pattuito una importazione di tre, quattro container di merce, alla fine ridotta a due perché nel momento in cui l’importatore espone il prodotto con un dazio pari al 20% sicuramente non ha la vendibilità di un prodotto importato con dazi inferiori».
L’azienda radicata nell’entroterra catanzarese basa il 70% del suo fatturato sulle esportazioni estere, il 10,15% negli Stati Uniti. Si tratta di prodotti tipici locali molto ricercati e apprezzati negli States. «Attualmente noi esportiamo castagne fresche, abbiamo una linea di estratto di peperone per il condimento delle carni, le passate di pomodoro, paté e peperoncino piccante di diversi formati» specifica Tiziana Muraca.
«Si tratta di merce prodotta per loro in confezioni di vaso particolari, capsule particolari, etichettatura particolare». Il passo indietro delle ultime ore con la sospensione dei dazi in Europa per novanta giorni riaccende la speranza anche per l’azienda catanzarese. A Cicala la metà dei prodotti appositamente creati per l’importatore estero sono rimasti bloccati a causa delle politiche economiche dell’amministrazione Trump. «È stato un fulmine a ciel sereno per noi ma anche per i nostri importatori, nemmeno loro si aspettavano assolutamente che Trump dall’oggi al domani aumentasse i dazi in maniera eccessiva arrivando al 20%. È stato traumatico».
La recente inversione di rotta e l’incontro già in agenda nella prossima settimana della premier Meloni con Trump fa ben sperare: «Spero che il Governo italiano prenda accordi specifici con l’amministrazione degli Stati Uniti per non intaccare un settore che per l’Italia, e per la Calabria in modo particolare, ha la sua rilevanza».