Per la Calabria valore aggiunto di 1,7 miliardi. I report di Ismea e Istat. Il confronto con le principali nazioni Ue. La suddivisione nazionale per macroregioni e regioni. I comparti trainanti della produzione agricola. Occupati e valore dell’export
Tutti gli articoli di Economia e lavoro
PHOTO
Quali sono i principali numeri dell’agricoltura italiana, meridionale e calabrese, e qual è il contesto Ue? Con numerosi servizi di approfondimento pubblicati finora da LaCNews24 ci siamo occupati di singoli comparti. Seguiranno altre analisi, sempre documentate da fonti autorevoli, nella convinzione che lo studio dei dati reali sia sempre fondamentale, direi imprescindibile, per l’adozione di qualsivoglia politica di sviluppo. Uno sguardo al quadro d’insieme aiuta a contestualizzare la condizione meridionale e calabrese in ambito nazionale e internazionale. Secondo l’ultimo Rapporto Ismea nel 2022 il valore aggiunto della filiera agroalimentare italiana è stato pari a 64 miliardi di euro di cui: 37,4 miliardi generati dal settore agricolo e 26,7 dall’industria alimentare. Rispetto all’economia complessiva del Belpaese, il valore aggiunto della filiera agroalimentare italiana pesa il 3,7% del Pil. Se ai valori già esaminati si aggiungono, a valle, quelli relativi anche a distribuzione, ristorazione, trasporti, logistica e servizi di intermediazione, si giunge al 15,2% del Pil nazionale. Tutto questo mondo nasce dall’impegno di 800mila aziende, dà lavoro a 1 milione e 380mila addetti, esporta poco più di 60 miliardi all’anno che corrispondono al 10% dell’intero export Made in Italy.
Il bando | Tecnologia in agricoltura, la Regione Calabria investe 22 milioni di euro dal Pnrr
L’Italia - citiamo sempre Ismea - copre il 14% della produzione agricola dell’Ue, quota che arriva al 37% se si prende in considerazione il solo vino, e il 33% se si guarda invece al solo olio d’oliva. Sul fronte della produzione ortofrutticola il peso dell’Italia nella Ue vale il 18%, dieci punti in meno della Spagna (28%). Per quanto concerne invece l’industria alimentare l’Italia pesa il 12% dell’intera Ue, alle spalle di Germania e Francia: il Belpaese ha valori record per la pasta (addirittura il 73% del fatturato dell’Unione Europea), nonché performance importanti per vino (28%), prodotti da forno e biscotti (21%), ortofrutticoli trasformati (17%).
L’export agroalimentare italiano - evidenzia Ismea - è cresciuto mediamente, negli ultimi dieci anni, del 7,6%, raggiungendo una quota di mercato mondiale pari al 3,4%. Un ottimo dato, quest’ultimo, che è condiviso dalla Spagna, ma resta al di sotto di quello di Germania (4,8%) e Francia (4,3%). Nel 2022 il valore totale delle esportazioni agroalimentari italiane è riuscito ad abbattere la barriera dei 60 miliardi di euro, crescendo del 34% dal 2019, quindi in soli tre anni. Mentre la Francia esporta prevalentemente materie prime agricole, l’Italia come la Germania ha puntato di più sui prodotti trasformati, conquistando una posizione di leadership mondiale per pomodoro, pasta, vino, formaggi. La Spagna ha maggiori performance del Belpaese se invece ci si sposta sui comparti dell’olio d’oliva, dell’ortofrutta, delle carni suine.
Informazioni importanti sono giunte anche dal Report Istat sull’andamento dell’Economia agricola nell’anno 2022. L’Istituto di Statistica ha precisato che i 37,4 miliardi di euro di valore aggiunto nazionale della produzione di agricoltura, silvicoltura e pesca sono stati frutto di un arretramento dell’1,8% rispetto all’anno precedente, il 2021, con forti contrazioni per legumi (-17,5%), olio d’oliva (-14,6%), cereali (-13,2%), e andamenti molto favorevoli per la frutta (+23%), nonché per le attività secondarie (+8,6%), quali agriturismo e produzioni artigianali. L’Istat ci aiuta a capire meglio la distribuzione del Pil nazionale per settore di attività economica: su un totale di valore aggiunto a prezzi base dell’anno 2022 pari a 1.714.142 milioni di euro, il totale dell’agroalimentare (somma di: agricoltura, silvicoltura, pesca, industria alimentare, bevande, tabacco) è stato pari a 64.074 milioni di euro, il 3,7%. Spacchettando questi 64.074 milioni otteniamo: agricoltura, silvicoltura e pesca (37.422 mln di euro); industria alimentare, con bevande e tabacco (26.653 mln di euro).
Agricoltura | La Calabria investe sulla frutta, dal Psr 12 milioni di euro per finanziare nuovi impianti
«Il sistema agricolo - sottolinea in modo significativo il Report Istat - conferma un ruolo spiccatamente multifunzionale. Le attività di diversificazione (agriturismo, produzione di energie rinnovabili, trasformazione dei prodotti agricoli, vendita diretta e attività a tutela delle risorse naturali e paesaggistiche), componente fondamentale dell’economia agricola, insieme a quelle dei servizi di supporto, esprimono un valore in costante crescita negli ultimi anni (13,8 miliardi di euro nel 2022, +1,5 miliardi rispetto al 2021)». Il solo agriturismo nel 2022 - dice l’Istat - ha superato quota 1,5 miliardi di valore aggiunto. Ovviamente le oscillazioni di valore dipendono di anno in anno non solo dalle condizioni strutturali o congiunturali dei singoli comparti, ma anche dai cambiamenti climatici (siccità, in particolare, o gelate impreviste) e dai costi di produzione.
I 37.422 milioni di euro di valore aggiunto nazionale di agricoltura, silvicoltura e pesca sono così suddivisi: agricoltura (34.430 milioni), silvicoltura (2.233 mln), pesca (759 milioni). Sempre l’Istat ci offre significativi dettagli sul rapporto tra il Belpaese e la Ue: il valore aggiunto agricolo per il complesso Ue nel 2022 è stato pari a 222,3 miliardi di euro (+15,7% rispetto al 2021). La Francia con 43,5 miliardi ha rafforzato il primato europeo rappresentando una quota del 19,6% del valore aggiunto dell’Ue e distanziando Italia (37,2 miliardi di euro, 16,7% dell’Ue), Germania (30,2 miliardi, 13,6% dell’Ue) e Spagna (28,3 miliardi e 12,7% dell’Ue). Molto staccata la quinta posizione della Polonia (14.012 mln).
Veniamo ora alla distribuzione del valore aggiunto in agricoltura, silvicoltura e pesca tra le macroaree d’Italia nel 2022. Partiamo dal già menzionato valore di 37.422 milioni di euro: Nord Ovest (6.707 mln, -7,6% rispetto al 2021); Nord Est (9.706 mln, +2,0%); Centro (6.102 mln, +0,5%); Sud (9.536 mln, -2,9%); Isole (5.371 mln, -1,9%). Tutto il Nord Italia, sommando regioni dell’ovest e dell’est, valeva nel 2022 16.413 milioni di euro, pari al 43,86% dell’intero valore nazionale. Il Sud senza le isole ha pesato, invece, per il 25,48%. Il dato regione per regione ci conduce, ovviamente, al valore della Calabria: 1.700 milioni di euro nel 2022, con -4,9% rispetto al 2021. I 1.700 milioni di euro della Calabria pesano il 4,54% del dato nazionale.
Nella classifica per regioni stilata dall’Istat, riguardante sempre il valore aggiunto di agricoltura, Silvicoltura e Pesca, primeggia la Lombardia con 4.181 milioni di euro (l’11,17% del dato nazionale). Seguono la Sicilia (3.892 mln), l’Emilia Romagna (3.713 mln), il Veneto (3.315 mln), la Campania (2.904 mln), la Puglia (2.830 mln), la Toscana (2.581 mln), il Lazio (2.158 mln), il Trentino Alto Adige (2.060 mln). Fanalino di coda la piccola Valle d’Aosta con 74 mln.
Chiudiamo questo quadro generale con qualche curiosità. L’Istat ricorda che il valore totale della sola produzione dell’agricoltura in Italia nel 2022 è stato pari a 70.390 milioni di euro (34.340 mln, invece, come abbiamo già ricordato, il valore aggiunto), così suddivisi: 36.988 mln dalle coltivazioni agricole, 20.870 mln dagli allevamenti zootecnici, 7.628 mln da attività di supporto all’agricoltura (servizi), 6.164 mln da attività secondarie non agricole effettuate nell’ambito del settore agricolo (agriturismo, trasformazione di frutta, latte e carne, produzione di energie rinnovabili), 1.260 mln da altre attività secondarie quali le imprese commerciali. Da quali categorie produttive giungono i principali apporti per comporre i già menzionati 36.998 mln delle coltivazioni agricole? Eccole: 19.598 mln da coltivazioni erbacee (in particolare ortaggi, cereali, floricoltura); 14.982 mln da coltivazioni legnose (in particolare viticoltura, olivicoltura, fruttiferi, agrumi); 2.408 mln dalle coltivazioni foraggere. Invece i 20.879 mln di valore della produzione dell’agricoltura in Italia assicurato dagli allevamenti zootecnici, nel 2022 è giunto da: latte (6.869 mln), pollame (3.847 mln), carni bovine (3.646 mln), carni suine (3.513 mln), uova (1.851 mln), miele (29 mln). Al valore aggiunto, cioè il Pil dell’agricoltura italiana (34.340 mln di euro), l’Istat arriva sottraendo dal dato della produzione agricola (70.390 mln) tutti i costi dei consumi intermedi (35.960 mln) quali mangimi, energia, concimi, sementi, fitosanitari, etc.