VIDEO | Entrambe le proposte «assicurano una positiva continuità aziendale» spiegano dalla società, che però ieri ha disertato il tavolo di garanzia istituito dal Comune di Crotone
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L’Abramo Customer Care ha depositato il piano concordatario, come richiesto dal Tribunale di Roma nell’ambito della procedura di concordato preventivo. A comunicarlo è la stessa società che, a sorpresa, annuncia che i potenziali acquirenti sono due. Non c’è solo System House ad aver presentato un’offerta di acquisto, quindi, e la seconda proposta proverrebbe dal fondo irlandese Heritage, che nelle scorse settimane aveva annunciato un passo indietro.
Due offerte
Secondo l’azienda, che in Calabria occupa circa 3mila dipendenti, si tratta di «due offerte di acquisto dell’intero perimetro della società, che assicurano una positiva continuità aziendale». Il Tribunale di Roma dovrebbe pronunciarsi nelle prossime settimane «sia rispetto al piano concordatario, sia rispetto alle offerte pervenute, avendo Abramo CC richiesto espressamente una procedura d’urgenza» scrive l’azienda in una comunicazione inviata ai dipendenti.
Per l’azienda si tratta di «notizie positive che vanno nella direzione della continuità aziendale, in quanto prova tangibile dell’interesse di terzi a rilevare il patrimonio umano e di competenze che Abramo Customer Care ha costruito nel tempo e che, ancora oggi, rappresenta un valore all’interno del nostro settore. A tal proposito teniamo a sottolineare che da parte aziendale è stato fatto tutto quanto era necessario per rispettare tempi e modalità del complesso percorso concordatario».
Tavolo di garanzia
Nella nota, tra l’altro, viene spiegato ai lavoratori che «entro il giorno 15 verranno pagate interamente le retribuzioni del mese di aprile, compreso il saldo della prima tranche dell’Una Tantum previsto dal CCNL TLC».
Proprio ieri pomeriggio, intanto, si è tenuta una nuova riunione del tavolo di garanzia istituito dal Comune di Crotone al quale hanno partecipato rappresentanti istituzionali e sindacati, ma non l’azienda. Dall’incontro è emerso, ancora una volta, che sull’intera vicenda manca l’attenzione del Governo, al quale è stata rinnovata la richiesta di istituire un tavolo di crisi in sede ministeriale.