In Calabria sono circa 96 mila i nuclei familiari percettori del reddito di cittadinanza. Nel bene e nel male, l’erogazione di questo sostegno economico, nella fase di lockdown, ha tenuto a galla un bacino di almeno 325 mila persone, diversamente destinate ad una condizione di povertà.

Politica attiva o assistenziale?

Ma è la mancata ricollocazione lavorativa dei beneficiari ad alimentare il dibattito sull’opportunità di mantenere in vita la misura, nata come politica attiva del lavoro e divenuta invece, di natura assistenziale perché non adeguatamente supportata dai centri per l’impiego. In assenza delle funzioni di intermediazione proprie di questi presidi, l’incrocio domanda-offerta non si concretizza o perché le istanze provenienti dal mondo imprenditoriale non sono il linea con le norme contrattuali oppure perché le imprese non riescono a reperire figure adeguatamente formate.

Gli investimenti sui centri per l'impiego

Circa 600 milioni saranno investiti per il raddoppio del personale dei centri per l’impiego in tutta Italia. In Calabria previste 500 assunzioni. L'ampliamento degli organici dovrebbe consentire una più efficace presa in carico dei percettori del Reddito, ed un loro accompagnamento costante nella ricerca di un nuovo impiego, con azioni di orientamento e formazione. Il funzionamento di questa filiera andrebbe ad accorciare il periodo di erogazione del sussidio ed anche a facilitare il reinserimento oggi ostacolato da offerte di lavoro improprie, al limite della illegalità. 

Tre appuntamenti con la Cgil

Il tema è stato al centro del primo dei tre incontri organizzati dalla Cgil a Cosenza in merito all’impiego delle risorse del Piano di Ripresa e Resilienza. Moderato dal segretario locale del sindacato, Umberto Calabrone, ha registrato tra gli altri, la partecipazione del componente della segreteria regionale Gigi Veraldi, di Francesco De Simone del direttivo Fisac-Cgil-Anpal servizi, del docente dell’Università della Calabria Fortunato Cacciatore. Sono intervenute le consigliere comunali di Palazzo dei Bruzi Annalisa Apicella e Bianca Rende. Da segnalare anche il contributo a distanza di Annarita Lazzarini, responsabile dell’attuazione di Garanzia Giovani della Regione Calabria. A trarre le conclusioni Tania Sacchetti, membro della segreteria nazionale Cgil.

Occupazione di qualità

La formazione è la chiave per generare occupazione di qualità. Non solo estetisti e pizzaioli. Le aziende chiedono figure specializzate: gruisti per il porto di Gioia Tauro, macchinisti per le Ferrovie della Calabria. Bisogna aggiornare i cataloghi nell’ambito di un’idea programmatica ben definita per evitare che gli investimenti rimangano solo sulla carta o, peggio, non producano alcuna ricaduta sui territori. «In questi anni abbiamo assistito – ha detto Tania Sacchetti – ad un accentuarsi delle diseguaglianze ed al peggioramento delle condizioni economico-sociali anche di persone con un lavoro stabile. Gestire adeguatamente i fondi del PNRR è determinante per modificare il trend».

Una governance per gestire le risorse

«Abbiamo chiesto – aggiunge l’esponente della Cgil nazionale – una governance per superare lo storico problema di incapacità di spendere le risorse. Questa è una occasione che il Paese non può mancare. Quindi serve un governo partecipato, con un forte ruolo delle parti sociali. Il rischio è quello che il PNRR diventi un elenco di singoli progetti, e non un progetto con un anima. Cioè non un’idea di cambiamento, di modelli di sviluppo, di una idea chiara nelle scelte di politiche industriali. Non possiamo permettere che l’importante stanziamento del Piano, alimenti una occupazione povera e poco tutelata. Su questo il sindacato manterrà la massima attenzione».