Il presidente calabrese dell'associazione Aceto: «Passi determinanti per la legalità e garantire qualità»
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«Sotto l’albero di Natale - gli agricoltori e cittadini, trovano due ottime notizie fortemente volute da Coldiretti. La prima l’avvenuta pubblicazione in gazzetta ufficiale del decreto legislativo in attuazione della direttiva Ue sulle pratiche commerciali sleali; la seconda i decreti che salvano la spesa Made in Italy che fanno rimanere l’obbligo di indicare in etichetta dal primo gennaio 2022 la provenienza dell’ingrediente principale, dal latte ai derivati del pomodoro, dai formaggi ai salumi fino a riso e pasta».
Questo quanto comunica Coldiretti Calabria che spiega cosa è previsto. «Con il nuovo provvedimento scatta lo stop per 16 pratiche sleali che vanno dal rispetto dei termini di pagamento (non oltre 30 giorni per i prodotti deperibili) al divieto di modifiche unilaterali dei contratti e di aste online al doppio ribasso, dalle limitazioni delle vendite sottocosto alla fine dei pagamenti non connessi alle vendite fino ai contratti rigorosamente scritti».
«Si realizza così un percorso virtuoso finalizzato a garantire una equa distribuzione del valore lungo tutta la filiera proprio in un momento in cui molte imprese agricole stanno vendendo sottocosto anche per effetto di pratiche sleali che scaricano sull’anello più debole della filiera gli oneri delle promozioni commerciali di Natale».
«Il balzo dei beni energetici infatti si trasferisce a valanga sui bilanci delle imprese agricole strozzate da aumenti dei costi non compensati da prezzi di vendita adeguati».
«L’approvazione di queste norme contro le pratiche sleali nel commercio alimentare - commenta Franco Aceto presidente di Coldiretti Calabria che sta partecipando con una delegazione di dirigenti all’assemblea nazionale dell’organizzazione - rappresenta una svolta storica per garantire un giusto prezzo ad agricoltori e allevatori in una situazione in cui per ogni euro speso dai consumatori per l’acquisto di alimenti meno di 15 centesimi in Italia vanno a remunerare il prodotto agricolo».
A questo proposito la Coldiretti è pronta a presentare le prime denunce contro pratiche sleali per tutelare il lavoro e la dignità delle imprese agricole di fronte ad una nuova forma di caporalato nei confronti degli agricoltori perché non si possono fare offerte sottocosto sulle spalle dei contadini.
«L’etichettatura e l’origine – spiega e ricorda Coldiretti – è una nostra battaglia storica introdotta per la prima volta in tutti i Paesi dell’Unione Europea nel 2002 dopo l’emergenza mucca pazza nella carne bovina per garantire la trasparenza con la rintracciabilità e ripristinare un clima di fiducia. I decreti per impedire che vengano spacciati come Made in Italy prodotti di bassa qualità provenienti dall’estero che non rispettano i rigidi paramenti di qualità di quelli nazionali rappresentano un passo determinante».
Insomma, si garantisce trasparenza sulla reale origine su prodotti base della dieta. «La Coldiretti – evidenzia Aceto – punta decisamente anche ad eliminare sacche di spesa anonima su prodotti quali: legumi in scatola, frutta nella marmellata o nei succhi e il grano impiegato nel pane, biscotti o grissini. La Calabria non può che trarne beneficio e perciò continueremo a seguire attentamente questa importante partita - afferma - poiché in un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della tracciabilità con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti, venendo incontro alla stragrande richiesta dei cittadini-consumatori italiani ed europei. E questo – chiosa - si può fare, basta volerlo. E Coldiretti lo vuole».