Chiedono la redistribuzione equa delle giornate. Il segretario del sindacato Di Iacovo: «Qui assistiamo ad una discriminazione e ingiustizia palese»
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Si sono presentati davanti ai cancelli della cooperativa agricola Osas Campoverde le oltre 40 lavoratrici e lavoratori iscritti alla Confial per manifestare contro quella che ritengono essere una «discriminazione e palese ingiustizia che vede la complicità del mondo sindacale» come riferisce Benedetto Di Iacovo, segretario generale nazionale di Confial.
Secondo il sindacato autonomo infatti all’interno dell’azienda ci sarebbero lavoratori che hanno raggiunto 80 e anche 90 giornate lavorative, mentre altri ne avrebbero appena 4, secondo una logica di mancata redistribuzione dei carichi di lavoro che penalizzerebbe alcuni che non riescono neppure ad accedere «al sostegno al redito come a Naspi».
Tutto questo rappresenta per il sindacato, in piazza anche con le Rsa e il responsabile territoriale Gabriele Iazzolino, una «indubbia discriminazione» tra operai che dovrebbe animare il «buon senso» dell’azienda per «stoppare» che ha già raggiunto una buona dose di giornate stagionali e «dare la possibilità agli altri lavoratori di accedere al sostegno al reddito».
La scelta da optare – che è quella che chiede Confial per tutti i lavoratori – è quella di «redistribuire quello che si ha pur comprendendo che è un momento particolare nel quale si registrano meno conferimenti e la crisi del mercato per la ricollocazione dei prodotti. Ma proprio questo deve dare agli altri la responsabilità di redistribuire su tutti» il monte ore.
La critica della Confial è anche rispetto al metodo di gestire le relazioni aziendali che registra «una mentalità sindacale che va smantellata perché non si possono creare privilegi e non si può dire a chi come noi – ha aggiunto Di Iacovo – organizza queste iniziativa che guastiamo il rapporto con gli altri lavoratori. Noi siamo solidali con chi ha raggiunto le 51, le 101 e le 151 giornate ma pretendiamo che anche questi altri lavoratori raggiungano il mininale per programmare la fase prossima e permettere l’anno prossimo di avere le giornate con la giusta redistribuzione per tutti».
Se l’azienda non ascolterà questi bisogni Di Iacovo promette di «andare avanti ad oltranza e fin quando non arriverà una condizione diversa. E saremo qui a bloccare i cancelli il primo giorno in cui riprenderà la produzione dopo il periodo estivo».
«Qui ci sono persone che lavorano da 30 anni in azienda – ha dichiarato Annunziata Cersosimo, segretaria aggiunta Confial agricoltura – e sono rimaste fuori senza giornate. Bisogna sistemare la situazione».
Le ha fatto eco Rosetta Petrillo, delegata rsa Confial, la quale ha sottolineato che «il lavoro è un diritto di tutti e non dovrebbero esserci differenze. Chiediamo solo la dignità ed il diritto. Un vero sindacato è come un padre che ha due figli: se ha un pezzo di pane lo ha dà in egual misura a tutti e due».