L’istituzione della zona rossa in Calabria sferra un altro duro colpo all’economia locale. A Crotone, il già fragile tessuto economico – ferito anche dall’ultima alluvione - rischia di sfaldarsi davanti a una crisi che sembra infinita. Qualche leggero segnale di ripresa si stava registrando l’anno scorso, prima che la pandemia incombesse nelle nostre vite, ma ora le attività commerciali sono nuovamente in ginocchio, sospese tra incertezza e paura di non riuscire più a risollevarsi.

«Ci sono categorie che stanno subendo più di altre gli effetti di questa pandemia – spiega Giovanni Ferrarelli, direttore di Confcommercio Calabria Centrale Crotone – Queste zone rosse non consentono neanche un minimo di ripartenza in termini di fiducia».

Un contesto difficile, che non permette di poter guardare al futuro, programmare le attività: «Laddove non c’è certezza, l’imprenditore – prosegue Ferrarelli - non riesce neanche a investire. Pensiamo alle attività della ristorazione che, a livello nazionale nel 2020, hanno perso 38 miliardi di euro con 23 mila chiusure. Pensiamo agli esercizi commerciali di abbigliamento che in questi giorni stavano partendo con le vendite primavera-estate e che si ritroveranno i magazzini pieni di merce che non avrà più lo stesso valore di quando è stata acquistata».

Di fronte a questi scenari, poco possono fare i ristori e le altre forme di sostegno economico che la Camera di Commercio di Crotone e la stessa Confcommercio stanno cercando di mettere in atto per le attività e le imprese colpite dal Covid e dall’alluvione. Eppure per Ferrarelli, la soluzione sarebbe a portata di mano: accelerare «una campagna vaccinale seria e trasparente è l’unico modo che permettere ai nostri operatori di ritrovare la fiducia e tornare a lavorare in sicurezza».