VIDEO | L’Ente Bilaterale calabrese punta il dito contro i ritardi del governo, che rischiano di mettere ancora più in difficoltà le imprese stritolate dalla pandemia: «Necessario uno snellimento delle procedure e un continuo flusso di risorse» (ASCOLTA L'AUDIO)
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Mondo dell’artigianato sul piede di guerra. Dopo essere stati messi in ginocchio dai lacci della pandemia, gli artigiani dell’Ente Bilaterale calabrese (Ebac) denunciano ora gli enormi ritardi con i quali ricevono la cassa integrazione.
Da gennaio in poi l’erogazione ha avuto un brusco stop. L’Ebac ha già usato tutti i suoi fondi e i ritardi nella liquidazione da parte del ministero dell’Economia e di quello del Lavoro stanno andando a inasprire la categoria in un momento estremamente delicato.
«Fino a quando abbiamo potuto abbiamo utilizzato quanto da noi accantonato – spiega il presidente di Ebac Calabria Giovanni Aricò -, 250 milioni di euro a livello nazionale. Finiti questi c’era bisogno che il ministero sovvenzionasse lo strumento concordato a livello governativo». E qui sono iniziati i problemi.
«Ad oggi è stato stanziato un miliardo e mezzo di euro per la cassa integrazione Covid 2021, ma neanche un centesimo è stato liquidato al Fondo dell’ente per consentire di procedere con i bonifici ai lavoratori. Una volta stanziate le risorse, tra controlli contabili, bollinature, decreti di liquidazione e bonifico della Banca D'Italia, passano mesi, aggiunge il numero uno dell’ente».
Delle 35 mila imprese artigiane calabresi, dieci mila sono affiliate all’Ebac, che si è sempre speso per dare risposte, assistenza e supporto. «Abbiamo dato risposte significative alle imprese e ai lavoratori erogando finanziamento fino a 35 milioni di euro fino al 2020. Ma gà nel primo trimestre 2021 abbiamo altre mille richieste di cassa integrazione. Per uscire da questo stallo è necessario uno snellimento delle procedure a livello governativo e ad una continua migrazione di flussi nella casse di Fsba».
E verrebbe da dire “se non ora quando?” visto che la crisi economica indotta dalla pandemia sta stritolando le imprese artigiane e si prevede che almeno il 30 per cento di queste non riesca a far fronte ai conti e debba chiudere definitivamente.
Va meglio in quei settori in cui è l’Inps ad erogare direttamente le somme necessarie alle casse integrazioni. I primi mesi del 2020 sono stati complicati anche per l’istituto previdenziale, con ritardi considerevoli e mal di pancia continui da parte dei contribuenti, ma ora, spiega Giuseppe Greco, direttore Inps Calabria, si è rientrati in carreggiata. Due settimane il tempo medio per l’erogazione. Nel caso del settore artigiano, dice Greco, il problema di fondo è la liquidità: «la corrette e celere erogazione dei fondi che dipendono dal governo».