Inizia con un tentativo di gettare acqua sul fuoco la conferenza stampa indetta questa mattina alla Cittadella dal consigliere regionale, Graziano Di Natale, volta a illustrare la sua proposta di un provvedimento amministrativo già depositata il 26 aprile in segreteria al Consiglio regionale - e assegnata alla terza commissione consiliare - per la stabilizzazione dei tirocinanti calabresi. «Io non voglio assolutamente intromettermi nelle polemiche - ha chiarito il consigliere -. La mia è una proposta e come tutte le proposte può essere modificata, emendata, strappata o approvata».

Nel dettaglio l'iniziativa prevede l'impiego di 196 milioni provenienti dal Piano di Ripresa e Resilienza per la stabilizzazione di settemila tirocinanti calabresi. Ex percettori di ammortizzatori sociali in deroga confluiti poi in progetti formativi e utilizzati dalle pubbliche amministrazioni. «Utilizzeremo i fondi del Recovery per creare una prospettiva di stabilità per questi lavoratori» - ha detto Di Natale.

Post al veleno

Ancor prima dell'inizio della conferenza stampa, la proposta era stata infatti accolta da un coro di polemiche: «Improbabile iniziativa istituzionale», l'ha bollata l'assessore regionale Fausto Orsomarso; «proposta di legge parziale e pasticciata» i sindacati. Il primo infatti ad aprire il fuoco di fila è stato l'assessore alle Attività Produttive che al consigliere regionale ha dedicato un lungo post sulla sua pagina facebook: «Mi trovo, mio malgrado, a dover stigmatizzare una improbabile iniziativa “istituzionale” promossa nelle sale della Cittadella regionale che sono in genere le sale che ospitano le iniziative della giunta regionale che per nuova cultura istituzionale abbiamo concesso a chi ne faceva richiesta (ma non accadrà più visto il procurato allarme di chi presenta iniziative in nome e per conto della Regione Calabria non avendone titolo)».

Polemiche dai sindacati

A cui si sono accodati i sindacati Cgil, Cisl e Uil - Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo: «A chi in queste ore ha pensato di poter affrontare e risolvere il problema dei tirocinanti calabresi presentato mediatamente una proposta di legge, che noi riteniamo parziale e pasticciata, vorremmo dire che sta commettendo un errore grave, uno sbaglio che potrebbe provocare un nuovo vulnus per una platea di lavoratori che, sino ad oggi, sono stati ingannati dalla politica». Il consigliere regionale a distanza tenta così di rispondere: «Io ho semplicemente detto che si tratta di una proposta aperta al contributo delle parti sociali, dei lavoratori e di quanti vogliano dare un impulso ad una situazione che in Calabria deve essere risolta».

Gli esclusi 

Lo stesso provvedimento prevederebbe poi alcune condizioni che escluderebbero gran parte dei tirocinanti. Nello specifico, si tratta del comma 2 dell'articolo 3, il quale stabilisce che potranno essere stabilizzati: «I soggetti che abbiano maturato al 31 dicembre 2021 alle dipendenze dell’amministrazione che procede all’assunzione, almeno tre anni di servizio, anche non continuativi, negli ultimi otto anni, possono fare istanza presso l’Amministrazione in cui hanno svolto il servizio a seguito della pubblicazione di un Avviso pubblico di ricognizione adottato dall’Amministrazione di riferimento».