Il 2021 è l'anno del V centenario della Pietà di Antonello Gagini, l'opera scultorea dalla straordinaria bellezza conservata nella chiesa Maria Ss. Addolorata di Soverato superiore. Diversi gli eventi organizzati durante tutto l'anno per celebrare un capolavoro rinascimentale dell'arte calabrese. L'ultimo in ordine di tempo, organizzato dal Centro Studi Antonello Gagini, presieduto da Maria Anita Chiefari, insieme all'associazione Eos, che ha registrato la presenza del restauratore di opere d’arte e direttore della cittadella vescovile di gerace, Giuseppe Mantella che ha raccontato al pubblico le tecniche di indagine utilizzate nella conservazione delle opere d'arte: «Cerchiamo di raccontare quello che non si vede - ha spiegato -, il come è stata realizzata un'opera, quello che c'è dietro. In questo caso la policromia non è più visibile. Noi dobbiamo pensare alle statue di Antonello Gagini, e di tutto il suo entoruage, scoplite in marmo bianco ma poi decorate con una profusione di oro, di colori che andavano dal rosso al giallo, al verde. In realtà noi abbiamo una visione quasi distorta di quella che è la bellezza delle nostre opere del Cinquecento perchè purtroppo l'operazione del XVII-XVIII secolo di lavare con la lisciva le statue ha portato alla rimozione quasi completa di quelle che sono le decorazioni».

Omaggio alla Calabria

Un esempio concreto di maturità artistica raggiunto da Gagini dunque laddove addirittura Michelangelo non era riuscito ad arrivare per il docente dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, dipartimento patrimonio architettura urbanistica,  Franco Prampolini secondo il quale è necessaria un'opera di promozione e valorizzazione. «La produzione scultorea della bottega del Gagini è sterminata ma pochissimi conoscono non dico l'intera opera ma anche le singole opere presenti sul territorio. Quindi diventa fondamentale, attraverso la digitalizzazione, costruire quella che forse più di tutto è importante per la nostra regione, ovvero la reputazione dei luoghi». All'iniziativa ha partecipato inoltre il designer reggino di fama mondiale Giuseppe Fata, il genio dell'arte sulla testa, che per l'occasione ha realizzato un'originale scultura: «Ho voluto omaggiare il gagini e la città di Soverato ma soprattutto la calabria intera attraverso la mia arte che ormai è conosciuta in tutto il mondo». 

Gli altri eventi in programma

Archiviato il focus sulla bellezza dell'opera gaginiana, sono diversi ancora gli appuntamenti in programma: «La bellezza salverà il mondo e anche la cultura - ha sottolineato la Chiefari -. Il centro studi ha seguito un percorso che dura da tre anni e questo è quello conclusivo. Tanti sono stati gli step, abbiamo anche presentato un annullo filatelico con la distribuzione delle cartoline raffiguranti la Pietà, oggi questo importante convegno con esperti del settore, il 31 luglio ci sarà il concerto del coro "il Mosaico" al teatro comunale. E ancora, abbiamo previsto la presentazione di un libro edito da Rubbettino che fa una sintesi della storia della Pietà sempre con l'intento di riscoprire e valorizzare questo capolavoro. Infine, il 19 settembre, ci sarà una celebrazione conclusiva presieduta dal vescovo di Catanzaro Squillace, monsignor Vincenzo Bertolone. Abbiamo condiviso questo percorso con tantissimi compagni di viaggio, l'iniziativa di oggi è stata realizzata grazie alla collaborazione con Eos che ha realizzato insieme alla Regione Calabria un festival sulla transumanza che ha coinvolto non solo il comune di Soverato ma anche Catanzaro, Zagarise e San Giovanni in Fiore. Sono tanti gli attori di questo percorso culturale che vanno a valorizzare le nostre opere d'arte».