Il ministro dell'Istruzione valuta diversi scenari sul rientro a scuola. Tutto dipenderà dall'evoluzione dei contagi e dal picco, previsto a fine marzo
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Sull'ipotesi di posticipare la riapertura delle scuole a causa del coronavirus, al ministero dell'Istruzione si parla di tre scenari possibili. Lo spiega – come riferisce Repubblica - una fonte di primo livello in Viale Trastevere. Da alcuni giorni ad essere maggiormente contemplato è però il terzo quadro, quello più catastrofico. Gli studenti infatti potrebbero non tornare più tra i banchi. Si parla si un possibile rientro addirittura per il mese di settembre. Le altre date, invece, si riferiscono a dopo Pasqua e a maggio.
La fine della pandemia
Tuttavia, fino ad ora, nulla fa presagire la fine della pandemia entro il 6-10 giugno, periodo in cui è prevista la chiusura dell'anno scolastico. Con un picco del Covid-19 a fine marzo potremmo - seguendo i modelli di previsione - liberarci del virus- 19 a metà maggio o, nella migliore delle ipotesi, anche a metà aprile. A decretare quale scenario sia il più plausibile sarà la riunione del 31 marzo indetta dalla ministra Lucia Azzolina.
La didattica a distanza
Intanto la ministra dell'Istruzione su Radio Anch'io ha spiegato: «Sulla maturità stiamo pensando a varie soluzioni, il ministero si sta preparando a tutte le eventualità. Non abbiamo ancora parlato di commissioni interne o esterne. Non mi piace la parola 'esame semplificato', gli studenti vogliono un esame serio, in linea con quello che stanno apprendendo».
«Sulla didattica a distanza sicuramente la situazione è variegata - ha detto ancora la titolare del dicastero Istruzione- con realtà in cui funziona bene e altre in cui meno. C'è un grande sforzo da parte dei docenti. So che alcuni sono in difficoltà, ma la situazione potrà migliorare. Non abbiamo alternative, non devono essere gli studenti a pagare questa crisi. E ricordo che la didattica a distanza non è solo apprendimento ma anche rassicurazione per gli studenti».
Il decreto Cura Italia
«Mi sono adoperata molto affinché nel Dl Cura Italia ci fossero 85 milioni per la didattica a distanza. Li investiremo sulla base dei dati che ci arrivano anche dal monitoraggio che stiamo facendo e che ci dirà dove sono le scuole e gli studenti più in difficoltà», ha eviziato Azzolina.
«L'anno scolastico - ha concluso - sarà salvo in qualsiasi caso, gli studenti non devono pagare questa situazione di emergenza. Sugli scenari li stiamo pensando tutti ma saranno le autorità sanitarie a dirci quando i nostri studenti potranno ritornare a scuola in sicurezza».
Una cosa è certo, non si tornerà in classe il 3 aprile. Lo aveva anticipato il premier Giuseppe Conte, successivamente confermato dalla ministra Azzolina, la quale aveva aggiunto che al momento «non è possibile fornire una data per l'apertura delle scuole, tutto dipende dall'evoluzione dei prossimi giorni dello scenario epidemiologico».