VIDEO | Il virus ha sicuramente stravolto i metodi di insegnamento e ancor di più la vita di molti studenti, soprattutto di coloro che stanno vivendo il fatidico anno della maturità. Tra questi c'è chi preferisce continuare con la Dad e chi invece intende godersi fino alla fine gli ultimi momenti di scuola in presenza. Ecco la testimonianza di Andrea
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Il coronavirus ha cambiato tutto: abitudini, modi di fare, ha stravolto relazioni e routine fino ai tradizionali metodi d’insegnamento. E certi momenti nessuno potrà più restituirli. Come quelli che caratterizzano il percorso degli studenti arrivati al fatidico anno della maturità in piena pandemia. E chi si è diplomato lo scorso anno o chi si appresta a farlo nel 2021, non è così che lo aveva immaginato come Andrea Rosanò, studente dell’Istituto tecnico tecnologico Malafarina di Soverato: «In genere si dice che il quinto anno sia quello più bello, dove si lega di più e si organizzano tante iniziative che purtroppo quest’anno sono mancate per via del Covid».
Didattica in presenza
Andrea è tra i pochi della sua classe ad essere tornato a scuola dallo scorso lunedì per seguire le lezioni in presenza.«Nella mia classe siamo 14. Ci siamo presentati solamente in 3. Tutti gli altri, per paura di prendere il pullman e quindi di venire a contatto con altre persone durante il tragitto da casa a scuola, hanno preferito fare questa scelta e continuare con la didattica a distanza perché il problema principale sta proprio nei trasporti, a scuola invece la sicurezza per la nostra salute viene garantita al 100%. Io preferisco andare a scuola poiché la modalità di insegnamento è immediata, è più semplice per noi ma soprattutto per i professori. Per loro è fondamentale che ci sia il contatto con gli studenti».
La musica che unisce
Andrea ha deciso quindi di tornare a scuola, un luogo sicuro dice, grazie a tutte le misure adottate dal dirigente scolastico Domenico Servello, quella stessa scuola dove ha vissuto tante esperienze che sicuramente non dimenticherà come quelle legate al gruppo musicale scolastico, i “Blue Soul”, sopravvissuto nonostante i mesi di lockdown: «Pure noi, come tutti gli artisti, ci siamo dovuti fermare a causa dell’emergenza sanitaria - racconta - ma ci siamo organizzati anche a distanza: abbiamo registrato ognuno nella propria camera e poi abbiamo montato audio e video per diffondere sul web le nostre cover, le nostre canzoni. Perché penso che in un momento del genere la musica sia fondamentale, è un elemento che ci aiuta nella vita di tutti i giorni e ci ha aiutato soprattutto quando non era possibile avere contatti con il mondo esterno».
Verso la maturità
E oggi, a pochi mesi dalla maturità, qual è lo stato d’animo? «Dopo un anno ininterrotto di didattica a distanza, la pesantezza si fa sentire perché ovviamente non può sostituire a pieno la didattica in presenza. Per un anno siamo stati sballottati, non ci siamo potuti vedere, confrontare, e ora cerco di raccogliere e di godermi il più possibile gli ultimi mesi di lezione che ci restano prima degli esami per affrontarli nel migliore dei modi».