Studenti delle scuole superiori catanzaresi sul piede di guerra. I rappresentati hanno annunciato uno sciopero per la giornata di domani a causa della mancata sospensione delle attività didattiche in presenza. Non tutti però sono d'accordo con questa decisione.

«È stato indetta per domani, 10 gennaio 2022, una “protesta pacifica” da parte dei rappresentati degli studenti delle aree ove i primi cittadini non hanno emesso un’apposita ordinanza per il rinvio dei rientri in presenza delle attività scolastiche». Esordisce così in una nota Davide Pio Scicchitano, studente catanzarese. «Con questa nota, vorrei accostare al pensiero critico (che quando si manifesta, è sempre da lodare) un po’ di realismo. Siccome noi giovani seguiamo poco le vicende politiche, mi permetto umilmente e con tanto di rispetto di rammentare ai miei coetanei come mercoledì 5 gennaio il Consiglio dei ministri si sia riunito, alle ore 18.25 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente Mario Draghi, anche per regolare la ripresa delle attività scolastiche, fissata per tutto il territorio nazionale a domani, 10 gennaio.

Bene, le misure presentate al tavolo quella sera sono state approvate all’unanimità. Il decreto è stato poi pubblicato in Gazzetta ufficiale, la numero 4 del 163° anno. Gli articoli 4 e 5 sono quelli che più debbono interessare la popolazione studentesca, perché rappresentano le misure che il governo reputa opportune per far fronte all’emergenza sanitaria che sta colpendo anche il nostro territorio e i nostri comuni di residenza.

I dati sono sotto gli occhi di tutti: il livello di attenzione che si deve mantenere soprattutto in questo periodo deve restare massimo, soprattutto per le persone della nostra fascia d’età (le più colpite dalla nuova variante Omicron). D’altro canto, però, occorre constatare come, a mio parere, il motivo per cui alcuni sindaci non hanno emesso ordinanza è da ricercare proprio nel decreto approvato in sede di Consiglio dei ministri e nell’atteggiamento mostrato dal Governo Draghi, quasi sempre contrario a misure restrittive.

Non occorre guardare tanto lontano: l’ordinanza del governatore della Campania De Luca è pronta per essere impugnata dal Governo nazionale. È innegabile il fatto che se ogni ordinanza emanata dai primi cittadini subisse un ricorso, l’esito dello stesso sarebbe positivo e si decreterebbe il suo annullamento. Lasciamo che “il Valzer del Tar” (così come l’ho simpaticamente definito) rimanga storia e non diventi nuovamente attualità.

La situazione non è delle migliori, ma le condizioni per un’ordinanza comunale o regionale non ci sono. Temo, purtroppo, che quella di domani sarà una delle tante proteste studentesche che rimarrà sospesa senza prevedere alcuna soluzione. Penso anche che la salute delle proprie comunità sia la priorità numero 1 dei sindaci di tutto il territorio nazionale e se non è stata emanata un’ordinanza è perché, ripeto, non vi sono le condizioni giuridiche per farlo. Concludo riprendendo anch’io quelle che sono state le parole di oggi del nostro Presidente Occhiuto: “Meglio posticipare il rientro di 15 giorni, ma non è il momento di polemiche!».  

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