Un luogo simbolo per i fedeli, ricco di significati storici, religiosi e culturali, è stato restituito alla comunità. Il luogo di culto è stato inaugurato domenica scorsa dopo un complesso intervento di ristrutturazione effettuato grazie al finanziamento di 115.000 euro dell’ente Parco nazionale dell’Aspromonte nell’ambito delle iniziative di Promozione economica e sociale.

L’inaugurazione del santuario

All’evento erano presenti il vescovo della Diocesi Locri- Gerace, monsignor Francesco Oliva, il parroco don Alfredo Valenti, padre Ernesto Monteleone che dal 2000 vive in eremitaggio al santuario, il sindaco di Mammola Stefano Raschellà, il consigliere comunale Pino Agostino e l’architetto Giuseppe Sansotta che ha progettato e diretto i lavori di restauro. Il Santuario, meta di pellegrinaggio per tutto l’anno di religiosi, escursionisti, teologi e studiosi, racchiude nella sua storia, una forte connotazione culturale e tradizionale.

La storia della chiesa

Il santuario di San Nicodemo Abate, che ricade nel cuore del Parco nazionale dell’Aspromonte, sorge sui resti di un’antica chiesetta costruita dal monaco italo-greco Nicodemo, poi canonizzato, e dai suoi discepoli, intorno all’anno mille. Il monaco Nicodemo si ritirò a vita ascetica su questo monte, detto Kellerana o Cellerano, seguito da altri che si unirono a lui e ne accettarono l’esempio e la guida; essi formarono un cenobio, seguendo la liturgia e la lingua bizantina dell’epoca. Nicodemo era noto in tutto il territorio per la sua spiritualità, la sua saggezza e non meno per i suoi miracoli. Il monastero sul monte Kellerana continuò ad essere retto dai monaci per diversi secoli, fino al 1501, quando si trasferirono nella Grangia di S. Biagio presso Mammola, portando con sé le reliquie del Santo e conservandone il culto.

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Le feste dedicate a San Nicodemo

Sono tre le feste annuali che Mammola dedica a San Nicodemo: la prima domenica di settembre che ricorda la traslazione delle sue reliquie dal monastero alla grangia di San Biagio; il 12 marzo, giorno della sua morte; il 12 maggio, giorno della sua nascita, la cui festa si celebra sul monte Cellerano. «Questi lavori erano da tempo attesi dalla comunità mammolese e siamo contenti – ha spiegato il sindaco Raschellà – di poter consegnare ai fedeli un luogo dal forte carattere simbolico, testimonianza di un legame indissolubile tra la cittadinanza e San Nicodemo». «Non solo devozione ma anche millenni di storia e di profonde radici culturali – ha detto il presidente del Parco Giuseppe Bombino - Con i lavori di ristrutturazione finanziati dall’Ente si è consegnato alla comunità di Mammola e dell’intero Aspromonte uno dei luoghi simbolicamente più rappresentativi. Il binomio Natura e Cultura si esprime anche in questa occasione per esaltare la bellezza della nostra montagna e recuperare l’identità che rischia spesso di essere offuscata».