VIDEO | Al castello Murat un incontro dibattito sui temi della giustizia sociale e della legalità che ha avuto come protagonisti gli ex sindaci di Riace e Rosarno, entrambi impegnati nella difesa degli ultimi
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«Chi sta dalla parte della povera gente, del mondo del lavoro non può non stare con i migranti. Ecco perché sono due facce della stessa battaglia». Peppino Lavorato che ha sempre combattuto contro la ‘ndrangheta e per la legalità, ancora una volta a fianco di Mimmo Lucano. Entrambi con alle spalle l’incarico da sindaco, rispettivamente di Rosarno e di Riace, che ha lasciato loro un senso di amaro in bocca. Entrambi ospiti dell’incontro dibattito, organizzato a Pizzo dall’associazione Sbarbagianni in occasione della Coppa della Pace, in cui è emersa tutta la loro speranza nel cambiamento verso una maggiore giustizia sociale.
«Siamo continuamente in prima linea. Prima da sindaco e adesso anche come messaggio. Così vado in giro per le piazze Italiane a fare questa narrazione politica ideale sociale ma che racconta alla fine anche della nostra terra. Sicuramente siamo poveri ma orgogliosi di non girarci dall'altra parte rispetto a chi vive in condizioni di difficoltà».
Lucano parlando alla gente non si preoccupa del suo destino giudiziario, ma vedere smantellare pezzo dopo pezzo quel modello che aveva in vent’anni rivitalizzato un borgo, portando nel 2015 le nascite a superare i decessi, fa ancora male.
«Il sistema è stato sconvolto. Quando gli operatori finiranno di percepire gli assegni di disoccupazione, anche gli ultimi 80 migranti andranno via. A Riace rimarranno 20 persone».
«Nel 2000 è nata una bambina a Riace, eravamo arrivati a quasi una trentina di bambini. Ostacolare quel processo oggi significa ripiombare nell’oblio sociale visto come va il mondo»